INTRODUZIONE AL LIBRO DI GIUDITTA
Caratteristiche
principali
Il libro di Giuditta racconta il
pericolo corso dal popolo d'Israele, invaso da una potenza imperialista, com'era
l'Assiria, e la sua salvezza per mezzo di una donna bella, coraggiosa e fedele a
Dio: Giuditta. Nel libro molti dati storici sono imprecisi: si parla di
Nabucodonosor, re di Ninive, che invece regnò a Babilonia negli anni
604-562 a.C., quando la potenza assira era già scomparsa; tutta la
vicenda viene ambientata nella comunità ebraica tornata dall'esilio di
Babilonia: ci troviamo quindi dopo il 538 a.C. tanto più che Gerusalemme
è già stata ricostruita, il tempio rifatto e il culto è in
piena efficienza. Simili inesattezze fanno pensare, secondo alcuni studiosi, che
non si tratti di un'opera storica, ma di un racconto edificante, che vuole
insegnare la fiducia in Dio, il valore della preghiera, la fedeltà alla
legge di Mosè e la potenza di Dio, che libera il suo popolo per mezzo di
una donna.
Autore e ambiente
storico
Opera di un autore anonimo, il libro
è giunto a noi in lingua greca, ma è generalmente considerato
traduzione di un originale aramaico, o meglio ebraico, andato
perduto.
L'autore, che probabilmente visse in
Palestina verso la metà del II secolo a.C. scrisse il racconto per
assicurare i suoi destinatari, sottoposti alla persecuzione, che Dio non
abbandona mai un popolo che a lui si affida e gli è
fedele.
Schema
-
Gli Assiri invadono la Palestina
e assediano la
città di Betulia 1, 1-7, 23
- Giuditta
salva il popolo uccidendo Oloferne,
comandante
dell'esercito
di Nabucodonosor 8, 1-14,
10
- Gli Israeliti
vincono
i propri
nemici
e lodano Dio 14, 11-16,
25
GLI ASSIRI INVADONO LA PALESTINA
CAPITOLO
1
GUERRA TRA ASSIRI E MEDI
1 Nabucodonosor era re degli
Assiri da dodici anni; la capitale del suo regno era Ninive. A quel tempo re dei
Medi era Arfacsad; la sua capitale era Ecbatana.
2 Arfacsad aveva circondato Ecbatana di mura. Le
costruì alte fino a trentacinque metri e larghe fino a venticinque. Esse
erano formate di blocchi di pietra squadrata lunghi tre metri e larghi un metro
e mezzo.
3 Alle porte della città
Arfacsad aveva costruito torri alte cinquanta metri e con fondamenta di trenta
metri di larghezza.
4 Le porte erano alte
trentacinque metri e larghe venti; consentivano così il passaggio del suo
esercito con la fanteria già schierata.
5
Nel dodicesimo anno del suo regno, Nabucodonosor fece guerra al re Arfacsad. Lo
scontro decisivo avvenne nella grande pianura della regione di Rage.
6 Ma con Arfacsad si allearono tutti i popoli
vicini: gli abitanti della zona di montagna, quelli che abitavano lungo i fiumi
Eufrate, Tigri e Idaspe e nelle pianure dominate dal re degli Elamiti, Arioch.
Si radunò allora un grande esercito di soldati provenienti da diversi
popoli, pronto ad accorrere in aiuto ai Medi.
7
In questa situazione Nabucodonosor, re degli Assiri, mandò messaggeri da
tutte le parti: ai Persiani a est; agli abitanti della Cilicia, a Damasco, nel
Libano e nell'Antilibano, a ovest fino alla costa del Mediterraneo;
8 nei monti del Carmelo, nella zona montuosa di
Galaad, nella Galilea settentrionale e in tutta la grande pianura di Esdrelon;
9 nelle città della Samaria e nel
territorio a ovest del Giordano fino a Gerusalemme, Batane, Chelus, e Cades,
fino al torrente che segna il confine con l'Egitto; oltre ancora, a Tafni, a
Ramesse, agli abitanti della terra di Gosen,
10
fin oltre Tanis e Menfi, attraverso tutto l'Egitto, fino ai confini con
l'Etiopia.
11 Ma nessuno, in tutte quelle
regioni, diede ascolto all'invito di Nabucodonosor, re degli Assiri; nessuno
volle fare la guerra al suo fianco. Non avevano paura di lui, perché lo
consideravano come un uomo senza alleati. I messaggeri di Nabucodonosor furono
derisi e dovettero tornarsene a mani vuote e coperti di vergogna.
12 Nabucodonosor andò su tutte le furie.
Giurò di vendicarsi di tutti quei popoli anche a costo di perdere il
regno, e giurò di sterminare l'intera popolazione della Cilicia, di
Damasco, della Siria, di Moab e di Ammon, della Giudea e dell'Egitto, senza
risparmiare nessuno in tutto il territorio dal mar Mediterraneo al Golfo
Persico.
13 Nel diciassettesimo anno del suo
regno, Nabucodonosor, alla testa del suo esercito, mosse guerra ad Arfacsad. Lo
sconfisse e mise in fuga le sue truppe, compresi la cavalleria e tutti i suoi
carri da guerra.
14 Poi Nabucodonosor
conquistò le città della Media e si spinse fino a Ecbatana, la
capitale. I suoi soldati occuparono le torri della città e saccheggiarono
i mercati. Di quella bella città restò soltanto un mucchio di
rovine.
15 Infine Nabucodonosor catturò
il re Arfacsad sui monti intorno a Rage. Lo colpì con le sue lance e lo
uccise. Così Arfacsad spari per sempre.
16 Poi, Nabucodonosor tornò a Ninive con
il suo grande esercito e festeggiò la vittoria con i suoi soldati: si
riposarono, mangiarono e bevvero per centoventi
giorni.
CAPITOLO 2
NABUCODONOSOR MANDA OLOFERNE CONTRO L'OCCIDENTE
1 Nel diciottesimo anno del
suo regno, il ventidue del primo mese, il re degli Assiri Nabucodonosor decise
di effettuare le sue minacce e diede ordine nel suo palazzo di far vendetta di
tutti quei popoli.
2 Nabucodonosor
convocò i suoi ministri e i suoi consiglieri ed espose loro con
precisione il suo piano segreto: aveva deciso di devastare tutta la terra.
3 Anche i suoi consiglieri erano d'accordo con
lui: tutti quelli che non avevano seguito l'invito del re dovevano esser messi a
morte.
4 Terminata la riunione del consiglio
reale, il re degli Assiri Nabucodonosor mandò a chiamare Oloferne.
Oloferne era il comandante dell'esercito e occupava il secondo posto dopo il re.
Nabucodonosor gli disse:
5 «Questo è
un ordine del gran re, il signore di tutta la terra! Tu lascerai la mia reggia e
prenderai con te i soldati più capaci; radunerai un esercito di
centoventimila fanti e preparerai anche grandi reparti di cavalleria con
dodicimila cavalieri.
6 Con essi invaderai tutte
le terre a ovest dell'Eufrate, perché i loro abitanti si sono rifiutati
di rispondere alla mia richiesta di aiuto.
7
Invitali a preparare le loro offerte di terra e acqua, come segno che si
arrendono senza condizioni. Io farò sentire loro tutto il peso della mia
collera! Il mio esercito calpesterà ogni palmo di terra nelle loro
regioni e le saccheggerà al suo passaggio.
8 Ci saranno tra le loro file tanti feriti da
riempire i burroni e tanti morti da colmare i fiumi e i torrenti e farli
straripare.
9 I superstiti li farò
prigionieri e andranno in esilio nei posti più sperduti della terra.
10 Tu hai l'incarico di occupare i loro
territori. Se gli abitanti si arrenderanno a te, li lascerai in vita fino al
giorno in cui verrò io a punirli.
11 Ma
se alcuni popoli ti faranno resistenza, non aver pietà: dovrai
massacrarli subito tutti e devastare le loro terre.
12 Io mi sono impegnato sulla mia propria vita,
e farò vendetta contro di loro anche a costo del mio regno; mi
vendicherò con le mie stesse mani!
13 Tu,
Oloferne, non osar di trasgredire nemmeno uno degli ordini del tuo signore. Fa'
quel che ti ho detto senza esitare!».
SPEDIZIONI MILITARI DI OLOFERNE
14 Oloferne usci dalla reggia
e convocò i principi, i generali e gli ufficiali dell'esercito assiro.
15 Come gli aveva ordinato il re, scelse per la
spedizione centoventimila fanti molto esperti e dodicimila arcieri a cavallo,
16 e li divise in unità di combattimento.
17 Per il trasporto delle armi e dei bagagli,
Oloferne prese un'enorme quantità di cammelli, asini e muli;
radunò un numero incalcolabile di buoi, capre e montoni per assicurare
l'approvvigionamento delle truppe.
18 Ciascun
soldato riceveva abbondanti razioni di cibo. Per pagare gli stipendi Oloferne
prese dal tesoro reale una gran quantità d'oro e d'argento.
19 Poi Oloferne si mise in marcia con l'esercito
per preparare con la sua spedizione la venuta del re Nabucodonosor. Doveva
infatti invadere tutti i paesi a ovest dell'Eufrate con carri da guerra, cavalli
e colonne di soldati scelti.
20 Si unirono a lui
anche soldati provenienti da altri popoli. Sembravano uno sciame di cavallette;
erano in numero incalcolabile, come i granelli di sabbia nel deserto.
21 Lasciarono Ninive e dopo tre giorni di marcia
giunsero nella pianura dove si trova la città di Bectilet. Da Bectilet
andarono ad accamparsi ai piedi della montagna che è a nord dell'Alta
Cilicia.
22 Di là Oloferne si
inoltrò con tutto l'esercito, fanti, cavalieri e carri da guerra, nella
zona di montagna.
23 A est devastò i
territori di Fud e di Lud. Poi saccheggiò il territorio degli uomini di
Rassis e degli Ismaeliti, che vivevano a sud delle terre abitate dai Cheleoniti,
ai margini del deserto della Siria.
24 Poi
Oloferne attraversò l'Eufrate e percorse l'Alta Mesopotamia. Rase al
suolo città fortificate lungo il torrente Abrona fino alla costa del
Mediterraneo.
25 Al nord occupò il
territorio della Cilicia e sconfisse tutti quelli che si opponevano al suo
passaggio. Poi si diresse verso sud nel territorio di Iafet, ai margini del
deserto arabico.
26 Accerchiò le
tribù dei Madianiti, incendiò i loro accampamenti e si
impadronì dei loro greggi.
27 L'esercito
di Oloferne giunse infine nella pianura di Damasco. Stava per cominciare il
raccolto del grano. I soldati incendiarono i campi, poi uccisero le pecore e i
buoi. Saccheggiarono le città di tutto il territorio di Damasco,
devastarono le pianure coltivate e uccisero tutti i giovani.
28 I popoli che vivevano lungo la costa del
Mediterraneo, a queste notizie, furono presi dal panico. Nelle grandi
città di Sidone, Tiro, Sur, Okina, Iamnia, Asdod e Ascalon gli abitanti
tremavano di paura.
CAPITOLO
3
MOLTE CITTÀ ACCOLGONO OLOFERNE
1 Tutte quelle città
mandarono messaggeri da Oloferne per chiedere la pace. Portavano questo
messaggio:
2 «Noi ci mettiamo a
disposizione del grande re Nabucodonosor e ci gettiamo a terra davanti a te. Fa'
di noi quel che vuoi.
3 Le nostre fattorie e le
nostre terre, i nostri campi di grano, i nostri greggi e armenti e tutti i
nostri recinti ti appartengono. Fanne quel che vuoi.
4 Le nostre città sono tue e gli abitanti
sono tuoi schiavi. Vieni e fa' di essi quel che vuoi!».
5 Quegli uomini andarono da Oloferne e gli
riferirono il messaggio.
6 Allora Oloferne
andò con le sue truppe sulla costa del Mediterraneo. Occupò le
città fortificate e prese per sé i giovani più forti, come
rinforzo del proprio esercito.
7 Gli abitanti
delle città e delle regioni vicine accolsero Oloferne con grandi onori.
Gli andarono incontro con corone di fiori sul capo e danzando al suono del
tamburello.
8 Ma Oloferne demolì tutti i
loro templi e fece abbattere gli alberi sacri. Aveva difatti ricevuto da
Nabucodonosor l'ordine di distruggere tutti gli dèi della terra. I popoli
e le tribù del mondo dovevano adorare soltanto Nabucodonosor. In tutte le
lingue dovevano invocarIo come l'unico Dio.
9
Poi Oloferne attraversò la pianura di Esdrelon e arrivò vicino
alla città di Dotan di fronte alla catena montuosa che porta nella
regione della Giudea.
10 Oloferne pose
l'accampamento tra le città di Gebe e di Scitopoli e restò
là un mese, per rifornire il suo
esercito.
CAPITOLO
4
GLI ISRAELITI PREPARANO LA RESISTENZA
1 Gli Israeliti nella regione
di Giuda vennero a sapere quel che Oloferne, il comandante dell'esercito del re
assiro Nabucodonosor, aveva fatto ai popoli vicini. Sentirono che aveva derubato
i loro templi e poi li aveva distrutti
2 ed
ebbero una grande paura. Erano atterriti al pensiero di quel che poteva capitare
a Gerusalemme e al tempio del Signore, loro Dio.
3 Non era ancora passato molto tempo da quando
gli Israeliti erano tornati in patria dall'esilio a Babilonia. Soltanto di
recente avevano consacrato di nuovo il tempio, l'altare e gli oggetti necessari
al culto, che erano stati profanati.
4 Allora
mandarono messaggeri nella regione della Samaria e nelle città di Cona,
Bet-Oron, Belmain, Gerico, Coba, e Aisora, e nella valle di Salem, per avvisare
la gente.
5 Gli abitanti occuparono le cime
delle montagne più alte, fortificarono i villaggi di montagna e fecero
provvista di viveri in vista della guerra: il grano era stato raccolto appena da
poco.
6 Il sommo sacerdote Ioakim, in carica
allora a Gerusalemme, scrisse agli abitanti delle città di Betulia e di
Betomestaim. Betomestain domina la parte della valle di Esdrelon vicino a Dotan.
7 Looakim ordinò loro di tenere sotto
controlIo i passi delle montagne che portano nella regione di Giuda. In quel
punto era più facile fermare l'avanzata dei nemici: infatti i sentieri
molto stretti consentivano soltanto il passaggio di due soldati alla volta.
8 Gli Israeliti eseguirono gli ordini di Ioakim
e del consiglio dei capi di
Gerusalemme.
PREGHIERA PRIMA DELLA
GUERRA
9 Tutti gli uomini d'Israele fecero un
grande digiuno e si misero a gridare invocando con forza Dio.
10 Essi, le loro mogli e i loro figli, le
pecore, gli stranieri residenti in mezzo a loro, i salariati e gli schiavi,
tutti si vestirono di panno ruvido in segno di penitenza.
11 Poi, a Gerusalemme, tutti: uomini, donne e
bambini si gettarono a terra davanti al tempio, alla presenza del Signore, con
addosso vestiti di panno ruvido, e si cosparsero il capo di polvere.
12 Coprirono anche l'altare con stoffa ruvida.
Pregarono insieme dal più profondo del loro cuore il Dio d'Israele. Lo
supplicavano di non permettere che i loro bambini fossero portati via e le loro
mogli cadessero nelle mani dei soldati nemici. Il Signore non doveva lasciar
distruggere le città della regione di Giuda, che aveva date in possesso
agli Israeliti. Non doveva dare a quei pagani la soddisfazione di distruggere il
tempio, altrimenti poi i nemici Io avrebbero insultato e deriso.
13 Il Signore diede ascolto alle grida di
invocazione degli Israeliti e si commosse al vederli in quella situazione
disperata. Infatti il popoIo continuò a digiunare per parecchi giorni in
tutta la regione di Giuda, e in Gerusalemme tutti gli abitanti restarono
radunati davanti al tempio del Signore
onnipotente.
14 Il sommo sacerdote Ioakim, gli
altri sacerdoti e tutte le persone che prestavano servizio nel tempio del
Signore, erano vestiti con paramenti di panno ruvido, quando offrivano i
sacrifici completi quotidiani e le altre offerte, che il popoIo portava
spontaneamente o per mantenere promesse fatte al Signore.
15 I sacerdoti avevano cosparso di polvere il
loro turbante e gridavano con tutte le forze al Signore di intervenire per il
popoIo d'Israele e di cambiare il suo
destino.
CAPITOLO
5
CONSIGLIO DI GUERRA NELL'ACCAMPAMENTO DI OLOFERNE
1 Qualcuno riferì al
comandante dell'esercito assiro, Oloferne, che gli Israeliti si erano preparati
alla resistenza. Avevano bloccato i sentieri di montagna, avevano costruito
fortini sulle cime dei monti più alti e avevano sbarrato la strada della
pianura.
2 Oloferne andò su tutte le
furie. Convocò tutti i capi moabiti, i generali del popoIo di Ammon e i
governatori della zona costiera del Mediterraneo.
3 Disse loro: «Voi siete di queste parti e
conoscete bene la terra di Canaan. Ditemi allora: com'è il popoIo che
abita nella zona di montagna? Quali sono le sue città? Quanto è
grande il suo esercito? Da che cosa è costituita la loro forza e potenza?
Chi è il re alla testa di quel popoIo e chi il comandante dell'esercito?
4 Perché mai soltanto essi tra tutti i
popoli dell'occidente non si sono arresi davanti a
me?».
DISCORSO DI ACHIOR A OLOFERNE
5 Prese la parola un generale
del popoIo di Ammon di nome Achior. Disse: «Se credi, o grande Oloferne, io
ti spiegherò chi sono gli abitanti della zona di montagna qui vicino.
Dirò soltanto la verità.
6 Gli
antenati di questo popoIo erano un gruppo di Caldei,
7-8 ma essi si rifiutarono di continuare ad
adorare gli idoli dei loro padri. Volevano adorare soltanto il Dio del cielo,
che essi riconoscevano come il vero Dio. Perciò furono cacciati via dalla
loro patria, terra dei loro antichi dèi. Prima si rifugiarono nell'Alta
Mesopotamia, dove restarono per molto tempo.
9
Poi il loro Dio ordinò ad essi di partire di là e di venire nella
terra di Canaan. Si stabilirono qui e diventarono molto ricchi. Erano
proprietari di grandi greggi e di una gran quantità di oro e d'argento.
10 «Più tardi, nella terra di Canaan
venne la carestia. Allora essi andarono in Egitto e si fermarono là, dove
c'era da mangiare. In Egitto diventarono un popoIo tanto numeroso che nessuno
avrebbe potuto contarli.
11 Allora il re
d'Egitto si mise contro di loro. Prese astute misure e li costrinse a lavori
molto duri: dovevano fabbricare mattoni, erano oppressi e schiavi.
12 Ma essi gridarono al loro Dio. Egli
castigò l'Egitto con piaghe incurabili. Allora gli Egiziani cacciarono
via questa gente dalla loro terra.
13 Dio
prosciugò davanti a loro il mar Rosso.
14
Li guidò al monte Sinai e poi a Kades-Barnea. Essi riuscirono a cacciare
via tutte le tribù che vivevano nella zona desertica a sud di Canaan.
15 Occuparono il territorio degli Amorrei a est
del Giordano e sterminarono gli abitanti di Chesbon. Poi attraversarono il
Giordano e conquistarono tutta la regione montuosa.
16 Scacciarono i Cananei, i Perizziti, i
Gebusei, i Sichemiti e i Gergesei. Restarono in possesso di queste terre per
molto tempo.
17 Il Dio che li protegge odia il
male. Finché hanno ubbidito alla sua volontà, hanno continuato ad
avere fortuna.
18 Ma quando si sono ribellati al
loro Dio, sono venute per loro molte guerre. Subirono dure sconfitte e alla fine
furono deportati in terra straniera. Il tempio del loro Dio fu raso al suolo e
le loro città furono conquistate dai nemici.
19 Ma di recente hanno ripreso ad essere fedeli
al loro Dio e così sono tornati in patria dalle terre dov'erano stati
dispersi. Hanno di nuovo preso possesso di Gerusalemme, la città dove
c'è il loro tempio e si sono di nuovo stabiliti nella regione montuosa
che era rimasta completamente disabitata.
20
«Se me Io permetti, grande Oloferne, vorrei farti una proposta: prima di
muoverci dobbiamo vedere se per caso questo popoIo è di nuovo andato
contro la volontà del suo Dio e ha quindi colpe da scontare. Soltanto se
risulterà questo, possiamo inoltrarci nella zona montuosa per attaccarli.
21 In caso contrario, faresti meglio a non
muoverti, perché altrimenti il Signore, loro Dio, li proteggerà
come uno scudo e noi ci renderemo ridicoli davanti a
tutti».
REAZIONE DEI SOLDATI DI OLOFERNE
22 Quando Achior finì
di parlare, si scatenò un tumulto. Tutti i soldati che stavano attorno
alla tenda di Oloferne andarono in collera. Gli ufficiali dell'esercito assiro e
i generali delle truppe ausiliarie della costa del Mediterraneo e dei Moabiti,
chiesero che Achior fosse messo a morte.
23
Dissero a Oloferne: «Noi non abbiamo paura di questi Israeliti. E' un
popoIo debole e incapace di resisterti.
24
Lasciaci attaccare, o grande Oloferne, e tutti i tuoi soldati si mangeranno vivi
questi Israeliti!».
CAPITOLO
6
INTERVENTO DI OLOFERNE
1 La folla che faceva ressa
attorno alla tenda del consiglio di guerra si calmò. Allora Oloferne,
comandante dell'esercito assiro, disse ad Achior in presenza di tutti i soldati
della zona costiera del Mediterraneo e dei Moabiti:
2 «Tu, Achior, con i tuoi venduti a Efraim,
chi credi di essere da metterti a fare il profeta come hai fatto oggi? Chi sei
per suggerire a noi di non attaccare la nazione degli Israeliti, affermando che
il loro Dio li protegge come uno scudo? Non esiste nessun altro Dio all'infuori
di Nabucodonosor! E Nabucodonosor manderà il suo esercito e farà
sparire gli Israeliti dalla faccia della terra. Il loro Dio non potrà
salvarli!
3 Noi, soldati di Nabucodonosor,
sconfiggeremo gli Israeliti come se fossero un uomo solo! Non resisteranno alla
carica della nostra cavalleria.
4 Li bruceremo
vivi. Le montagne del loro territorio saranno bagnate dal loro sangue e le valli
riempite dai loro cadaveri. Non si reggeranno in piedi davanti a noi; saranno
annientati e moriranno tutti senza lasciar traccia. Questo è l'ordine di
Nabucodonosor, il re di tutta la terra, e le sue parole non resteranno
incompiute.
5 E tu, Achior, mercenario di Ammon,
che oggi ti sei ribellato e hai parlato così, non vedrai più la
mia faccia a partire da oggi fino a quando non mi sarò vendicato di
quella gentaglia scappata dall'Egitto.
6 Quel
giorno sarai infilzato dalla spada delle mie truppe e dalla lancia dei miei
ufficiali. Al mio ritorno finirai anche tu gettato nel mucchio dei cadaveri
Israeliti.
7 Adesso i miei soldati ti
condurranno nella zona montagnosa e ti lasceranno in una di quelle città
costruite sul pendio.
8 Non devi morire adesso.
Farai la tua fine in compagnia degli Israeliti.
9 Se davvero dentro di te speri che gli
Israeliti non saranno fatti prigionieri, perché sei così pallido?
Io, Oloferne, ho parlato e le mie parole non resteranno
incompiute».
ACHIOR CONSEGNATO AGLI ABITANTI DI BETULIA
10 Oloferne ordinò ai
servitori che erano nella sua tenda: «Prendete Achior, conduceteIo a
Betulia e consegnateIo agli Israeliti».
11
Essi Io presero e Io portarono fuori dell'accampamento. Attraversarono la valle
e Io condussero nella zona montagnosa nei pressi delle sorgenti sotto Betulia.
12 Quando gli abitanti della città li
videro avvicinarsi, presero le armi, uscirono dalla città e corsero sulla
cima della montagna. Tutti quelli che erano armati di fionde lanciarono sassi
contro i soldati di Oloferne e impedirono loro di salire sulla montagna.
13 I soldati assiri furono costretti a ripararsi
sui fianchi della montagna. Legarono Achior, Io lasciarono ai piedi della salita
e tornarono dal loro signore Oloferne.
14 In
seguito gli Israeliti scesero dal monte di Betulia. Trovarono Achior e Io
slegarono. Poi Io condussero in città e Io presentarono ai capi.
15 A quel tempo i capi erano Ozia, figlio di
Mica, della tribù di Simeone; Cabri, figlio di Gotoniel, e Carmi, figlio
di Melchiel.
16 Essi convocarono gli anziani
della città. Anche i giovani e le donne vennero di corsa alla riunione.
Achior fu posto in mezzo e Ozia Io interrogò sull'accaduto.
17 Achior riferì quel che era stato
deciso al consiglio di guerra nell'accampamento di Oloferne. Accennò al
discorso che egli aveva fatto davanti agli ufficiali assiri e disse quel che
Oloferne aveva minacciato di fare agli Israeliti.
18 Al sentirlo, il popoIo si gettò in
ginocchio. Tutti adorarono il Signore e invocarono il suo aiuto con questa
preghiera:
19 «Signore, Dio del cielo,
guarda come sono superbi i nostri nemici! Abbi compassione di noi che siamo
oppressi: siamo il popoIo consacrato a te. Sii buono con noi e aiutaci in questo
terribile giorno!».
20 Poi fecero coraggio
ad Achior e Io lodarono molto per quel che aveva fatto.
21 Terminata la riunione, Ozia invitò
Achior e tutti gli anziani a casa sua e offrì un banchetto. Durante tutta
la notte pregarono il Signore, il Dio d'Israele, di intervenire in favore del
suo popolo.
CAPITOLO
7
L'ESERCITO DI OLOFERNE MARCIA SU BETULIA
1 Il giorno seguente Oloferne
ordinò a tutte le sue truppe e ai soldati alleati di togliere
l'accampamento per mettersi in marcia su Betulia. Il suo piano era di occupare i
passi della zona montuosa e far guerra agli Israeliti.
2 Così, quel giorno tutti i suoi soldati
si mossero. L'esercito di Oloferne era immenso: comprendeva centosettantamila
fanti e dodicimila cavalieri, senza contare gli uomini che portavano i bagagli.
3 Gli Assiri presero posizione nella valle
sottostante Betulia, nei pressi delle sorgenti. Le colonne di soldati si
dispiegavano in profondità da Dotan a Belbaim e in lunghezza da Betulia a
Kiamon, che si trova di fronte alla pianura di Esdrelon.
4 Quando gli Israeliti videro tutta quella
gente, rimasero terrorizzati e si dissero l'un l'altro: «Questi soldati
faranno piazza pulita di tutto quel che cresce sul nostro suolo. Anche i
più alti monti, i dirupi e le colline saranno devastati da un esercito
come quello!».
5 Gli uomini di Betulia
presero ciascuno le proprie armi. Accesero fuochi sulle torri della città
e restarono a far la guardia tutta la notte.
6
Il secondo giorno Oloferne fece sfilare tutta la sua cavalleria sotto gli occhi
degli Israeliti di Betulia.
7 Esplorò i
sentieri di accesso alla città; ispezionò le sorgenti e vi
lasciò un gruppo di soldati per tenerle sotto controllo. Poi tornò
nell'accampamento.
ASSEDIO DELLA
CITTÀ
8 I generali edomiti i capi moabiti e i
governatori della zona costiera del Mediterraneo, si recarono da Oloferne e gli
dissero:
9 «O grande Oloferne, se accetti
le nostre proposte, il tuo esercito non subirà alcuna perdita.
10 Per difendersi gli Israeliti non pongono la
loro fiducia nelle armi. Si sentono sicuri perché vivono su alte
montagne, dove non è facile salire.
11 Se
perciò, o grande Oloferne, eviti di attaccarli direttamente, nessuno dei
tuoi soldati cadrà.
12 Resta nel tuo
quartier generale e tieni i tuoi soldati nell'accampamento. Ordina soltanto ai
tuoi soldati di bloccare le sorgenti ai piedi della montagna.
13 Gli abitanti di Betulia devono andar
là a prendere l'acqua. Quando staranno per morire di sete, la
città si arrenderà. Nel frattempo noi prenderemo posizione con i
nostri uomini sulla cima dei monti vicini e di là impediremo a chiunque
di uscire dalla città.
14 A Betulia
moriranno di fame uomini, donne e bambini. Prima ancora che tu sferri l'attacco,
le loro piazze si riempiranno di cadaveri.
15
Essi non hanno voluto arrendersi spontaneamente a te. Si sono ribellati e
perciò dovranno pagare!».
16 Questa
proposta piacque a Oloferne e ai suoi generali ed egli ordinò di agire
secondo quel piano.
GLI ABITANTI DI BETULIA SENZ'ACQUA
17 I Moabiti e cinquemila
Assiri spostarono l'accampamento nella valle per bloccare le sorgenti della
città di Betulia.
18 Gli Edomiti e gli
Ammoniti salirono sulla cima delle montagne vicine e presero posizione di fronte
alla città di Dotan. Inviarono alcuni uomini verso sud-est, in direzione
di Egrebel, vicino a Cus, una città situata sulla sponda del torrente
Mochmur. Il resto dei soldati assiri si accampò nella pianura: la
ricoprirono da cima a fondo; infatti il numero delle tende e la massa di viveri
per un esercito così grande era enorme.
19 Gli Israeliti invocarono l'aiuto del Signore
loro Dio. Essi erano sfiduciati perché si trovarono accerchiati dai
nemici e senza via di scampo.
20 Tutto
l'esercito assiro (fanteria, carri da guerra e cavalleria) assediò
Betulia per trentaquattro giorni. Alla fine la città rimase senz'acqua.
21 Tutte le brocche erano ormai vuote e anche le
cisterne stavano per esaurirsi. Perciò la distribuzione dell'acqua fu
razionata, ma l'acqua distribuita non bastava a togliersi la sete nemmeno per un
giorno solo.
22 I bambini non si reggevano
più; infatti nella città anche i giovani e le donne svenivano per
la sete e cadevano a terra sulle piazze e nei passaggi delle porte. Tutti erano
senza forze.
23 Allora tutti gli abitanti, i
giovani, le donne e i bambini si radunarono. Andarono da Ozia e dai capi della
città e si misero a protestare. Urlavano:
24 Dio vi castighi per quel che ci avete fatto!
Siete voi responsabili di questa terribile situazione, perché non avete
voluto far trattative di pace con gli Assiri.
25
Ora non c'è più nessuno che ci possa aiutare. Dio ci ha
abbandonati nelle mani dei nemici. Siamo agli estremi e moriamo di sete.
26 Chiamate subito gli Assiri e arrendiamoci.
Consegnate la città nelle mani di Oloferne e lasciate che il suo esercito
la saccheggi.
27 Per noi è meglio essere
prigionieri: diventeremo schiavi dei nemici, ma almeno resteremo in vita e non
vedremo morire sotto i nostri occhi le nostre mogli, i nostri figli e i nostri
bambini.
28 Vi scongiuriamo per il cieIo e la
terra, vi scongiuriamo nel nome del nostro Dio, il Signore dei nostri padri, che
si vendica di noi per le nostre colpe e per i peccati dei nostri padri,
perché non ci lasci più in una situazione come questa.
29 Tutta la folla riunita si mise a gemere forte
e invocarono l'aiuto di Dio, il Signore.
30
Allora Ozia disse: «Coraggio, fratelli. Fatevi animo! Resistiamo ancora
cinque giorni. Il Signore tornerà ad avere compassione di noi. Egli non
ci abbandonerà per sempre.
31 Se
passeranno questi giorni senza che ci venga alcun soccorso, io farò come
avete chiesto».
32 Poi Ozia fece disperdere
la gente radunata e rimandò ciascuno al suo posto di difesa. Gli uomini
tornarono sulle mura e sulle torri e mandarono a casa le donne e i bambini. In
città c'era un clima deprimente.
GIUDITTA SALVA IL POPOLO
CAPITOLO
8
GIUDITTA
1 Una donna di nome Giuditta
venne a conoscenza di questi fatti. Giuditta era figlia di Merari, nipote di
Oks, pronipote di Giuseppe. Gli antenati di Giuseppe erano Oziel, Elkia, Anania,
Gedeone, Rafain, Achitob, Elia, Chelkia, Eliab, Natanael, Salamiel, Sarasadai e
Giacobbe, capostipite del popoIo d'Israele.
2
Giuditta aveva sposato Manasse, un uomo che apparteneva alla stessa tribù
e alla medesima cerchia familiare. Egli era morto durante la raccolta dell'orzo.
3 Si trovava nei campi per sorvegliare i
braccianti. Faceva molto caldo, e prese un colpo di sole. Si mise a letto e
morì in casa sua, nella città di Betulia. Fu sepolto nella tomba
di famiglia, nella campagna tra Dotan e Balamon.
4 Erano ormai passati tre anni e quattro mesi da
quando Giuditta era rimasta vedova e viveva da sola in casa sua.
5 Aveva messo una tenda sulla terrazza della
casa e viveva là. Andava sempre vestita a lutto e portava abiti di panno
ruvido.
6 Da quando aveva perso il marito
digiunava tutti i giorni, eccetto il sabato e la vigilia del sabato, i giorni di
luna nuova e quello precedente, le giornate di festa e nelle ricorrenze liete
del popoIo d'Israele.
7 Giuditta era molto bella
e attraente. Suo marito Manasse, alla sua morte, le aveva lasciato argento e
oro, servitori e schiave, bestiame e campi. Tutte le sue ricchezze passarono in
possesso di Giuditta.
8 Nessuno poteva malignare
sul conto di Giuditta, perché era una donna molto fedele a
Dio.
GIUDITTA FA CHIAMARE I CAPI DELLA CITTÀ
9 Giuditta venne dunque a
sapere che il popolo, disperato per la mancanza d'acqua, aveva protestato contro
il capo della città. Fu informata della risposta di Ozia agli abitanti:
sotto giuramento egli aveva promesso di arrendersi insieme a tutta la
città entro cinque giorni.
10 Allora
Giuditta chiamò la serva incaricata di tutti i suoi averi e le disse di
invitare a casa sua i capi della città: Ozia, Cabri e Carmi.
11 Essi vennero e Giuditta disse loro:
«Ascoltatemi, capi di Betulia. Avete sbagliato a parlare al popoIo come
avete fatto oggi. Non avreste dovuto giurare nel nome del Signore di consegnare
la città ai nemici, se entro pochi giorni Dio non interverrà in
nostro aiuto.
12 Che diritto avete di imporre
scadenze a Dio come avete fatto oggi? Credete di occupare il posto di Dio in
mezzo alla gente?
13 Avete provocato il Signore
che è Onnipotente. Non Io vorrete mai capire?
14 Se non conoscete nemmeno quel che c'è
nel profondo del cuore umano e non riuscite a scoprire ciò che pensa una
persona, come osate esplorare la mente di Dio che ha creato queste
realtà? Come potete conoscere il suo pensiero e capire i suoi progetti?
No, fratelli! Dovete smetterla di provocare Io sdegno del Signore nostro Dio!
15 Se non intende soccorrerci entro cinque
giorni, il Signore è in grado di intervenire in nostro favore il giorno
che vuole, ma con la stessa facilità può lasciarci annientare dai
nostri nemici.
16 Non dovete fissare condizioni
ai progetti del Signore nostro Dio. Egli non è come un uomo da poterIo
minacciare e costringere a prendere una determinata decisione.
17 Il nostro dovere invece è di invocare
l'aiuto del Signore e di aspettare da lui la salvezza. Se vorrà egli
darà ascolto alle nostre invocazioni.
18
«Noi non adoriamo idoli fabbricati dall'uomo. Oggi, e da lungo tempo a
questa parte, nessuna delle nostre tribù, nessuno dei nostri gruppi,
nessuna delle nostre famiglie e nessuna delle nostre città adora idoli,
anche se Io fecero, in passato, i nostri antenati.
19 Proprio per questo motivo, il Signore li fece
uccidere dai nemici, che poi si impadronirono di tutte le loro ricchezze.
Così i nostri antenati subirono una grave sconfitta.
20 Ma noi, che non adoriamo nessun altro Dio
all'infuori del Signore, dobbiamo aver fiducia che egli non abbandonerà
il nostro popoIo e nemmeno noi.
21 «Se la
nostra città sarà conquistata dai nemici, cadrà nelle loro
mani tutta la regione di Giuda e il tempio di Gerusalemme sarà
saccheggiato. E questa profanazione Dio ce la farà pagare con la nostra
vita
22 Ci riterrà responsabili della
strage e della prigionia del nostro popoIo e della devastazione della terra che
abbiamo ricevuta in possesso. Inoltre i popoli in mezzo ai quali saremo condotti
a vivere come schiavi, ci disprezzeranno e insulteranno.
23 Durante la nostra schiavitù non
otterremo la benevolenza dei nostri padroni, perché Dio, il Signore, ci
manderà tante umiliazioni.
24
«Dimostriamo ora ai nostri fratelli che la loro vita dipende da noi. A noi
è legato il destino del tempio, che è la casa di Dio, e il destino
dell'altare.
25 Il Signore nostro Dio ci sta
mettendo alla prova, come fece con i nostri antenati. Dobbiamo ringraziarIo per
questo.
26 Ricordatevi di quel che il Signore
fece con Abramo, e come mise alla prova Isacco. Ricordatevi di tutto quel che
accadde a Giacobbe quando, in Alta Mesopotamia, custodiva le greggi di Labano,
suo zio!
27 Il Signore provò il loro
cuore con il fuoco. Con noi invece è meno severo e non si sta vendicando:
quando colpisce i suoi fedeli Io fa soltanto per
avvertimento».
28 Ozia rispose a Giuditta:
«Hai ragione. Tutto quel che hai detto è giusto e nessuno può
negarlo.
29 Non è la prima volta oggi che
manifesti la tua saggezza. Tutti abbiamo imparato a conoscere la tua
intelligenza e il tuo buon cuore, fin da quando eri bambina.
30 Ma il nostro popoIo muore di sete. Gli
abitanti ci hanno costretto a far loro una promessa e a impegnarci con il
giuramento. Non possiamo tradire la parola data.
31 Tu che sei una donna devota, prega per noi.
Chiedi al Signore di mandare la pioggia: così le nostre cisterne si
riempiranno d'acqua e non saremo più deboli per la
sete».
32 Davanti ai responsabili della
città, Giuditta aggiunse: «Ascoltatemi: io sto per compiere
un'impresa che il nostro popoIo non dimenticherà mai.
33 Questa notte voi tre restate di guardia alle
porte della città. Io e la mia serva usciremo da Betulla. Entro il giorno
promesso per la resa della città ai nemici, il Signore salverà
Israele per mezzo mio.
34 Non domandatemi
però quel che sto per fare; ve Io dirò soltanto quando avrò
portato a termine la mia impresa».
35 Ozia e
i capi le dissero: «Va' in pace! Dio, il Signore, ti guidi per far vendetta
dei nostri nemici».
36 Poi i capi di Betulla
lasciarono la tenda di Giuditta e tornarono ai loro
posti.
CAPITOLO 9
PREGHIERA DI GIUDITTA
1 Giuditta si gettò con
la faccia a terra, si cosparse il capo di polvere e mise in mostra il vestito di
panno ruvido. Proprio in quell'ora nel tempio di Gerusalemme, come ogni sera,
veniva offerto l'incenso. Giuditta invocò ad alta voce l'aiuto del
Signore e fece questa preghiera:
2 «Signore,
Dio di Simeone, il capostipite della mia tribù! Tu consegnasti a Simeone
una spada e così egli compì la vendetta contro alcuni stranieri.
Essi, spinti da desiderio impuro, avevano slacciato la cintura di una ragazza
ancora vergine; senza ritegno le avevano denudato il seno e l'avevano posseduta
e disonorata. Tu, Signore, hai comandato: "Questo non si faccia!" ma essi Io
fecero.
3 Proprio per questo motivo tu facesti
morire i loro capi. Essi furono uccisi a tradimento e il letto, che avevano
usato per sedurre, fu bagnato con il loro sangue. Tu colpisti a morte gli
schiavi al fianco dei potenti e i sovrani sui loro troni.
4 Per tua volontà, Signore, le loro mogli
furono prese come bottino di guerra e le loro figlie fatte prigioniere. Gli
Israeliti, che hai scelto come tuo popolo, poterono dividersi le loro ricchezze.
Essi furono pieni di zeIo per la tua legge, provavano orrore per il delitto
commesso contro l'onore della loro famiglia e invocarono il tuo
aiuto.
«O Dio, tu sei il mio Dio! Ascolta la
preghiera che ti fa una vedova!
5 Tutto quel che
accadde allora, come quel che era accaduto prima e accadde in seguito, fosti tu
a compierIo. Gli avvenimenti in corso e quelli futuri rientrano nei tuoi piani e
allora avvenne quel che avevi progettato.
6
Infatti le cose che tu hai stabilito vengono e ti dicono: "Ecco, siamo qui".
Tutte le tue scelte sono preparate in anticipo e tu decidi sempre con
preveggenza.
7 Tu vedi, Signore, che gli Assiri
sono venuti con tutte le loro truppe. Sono fieri dei loro cavalli, orgogliosi
dei loro cavalieri; si vantano della forza dei loro fanti e si sentono sicuri
delle loro armi: scudi, lance, archi e fionde. Non sanno che tu sei il Signore
che distruggi le armi e gli eserciti.
8 Il tuo
nome è Signore! Spezza il loro vigore con la tua potenza, distruggi la
loro forza con la tua ira! Gli Assiri vogliono profanare il tuo tempio,
intendono dissacrare la casa dove c'è la tua presenza gloriosa, e con il
ferro sono decisi a demolire il tuo altare.
9
Guarda la loro superbia! Volgi contro di loro il tuo sdegno. Io sono una vedova,
ma da' alle mie braccia la forza di portare a compimento il piano che ho in
mente.
10 Serviti delle parole ingannatrici che
dirò per uccidere Io schiavo e il padrone, il signore e il suo servitore.
Fa' che una donna abbatta la loro superbia.
11
La tua forza non consiste nel numero e la tua potenza non dipende dalla
grandezza di un esercito. Tu sei il Dio dei poveri! Aiuti gli oppressi, sostieni
i deboli, salvi chi è senza speranza!
12
Si, tu sei il Dio del mio antenato Simeone, il Dio della terra d'Israele, il
Signore del cieIo e della terra; sei tu che hai creato i mari e sei il re di
tutto l'universo! Ascolta la mia preghiera.
13
Fa' che le mie parole ingannatrici feriscano e uccidano gli Assiri,
perché hanno fatto piani crudeli contro la tua alleanza e il tuo santo
tempio, contro il monte Sion e la terra che hai dato al tuo popolo.
14 Fa' che il tuo popoIo e ogni sua tribù
riconosca che tu sei Dio, il Dio grande e onnipotente, e che soltanto tu
proteggi come uno scudo il popoIo
d'Israele!».
CAPITOLO
10
GIUDITTA NEL CAMPO NEMICO
1 Quando ebbe terminato questa
preghiera al Dio d'Israele,
2 Giuditta si
alzò in piedi e chiamò una serva. Scese in casa, dove era solita
trascorrere i giorni di sabato e le giornate festive.
3 Si tolse il vestito di panno ruvido e gli
abiti da lutto. Fece il bagno e si profumò con unguenti molto preziosi.
Sciolse i suoi capelli e si pose sul capo un bel nastro. Indossò i
vestiti da festa che portava quando era in vita suo marito Manasse.
4 Infilò un paio di sandali eleganti e si
adornò con tutti i suoi gioielli: collane, braccialetti, ornamenti alle
caviglie e orecchini. Voleva rendersi attraente per sedurre gli uomini che
l'avrebbero vista.
5 Poi diede alla serva un
otre di vino e un fiasco d'olio. Prese una borsa e la riempì con farina
d'orzo, frutta secca, pane e formaggio. Impacchettò con cura i suoi
recipienti e li consegnò alla serva.
6
Tutte e due uscirono di casa e si recarono alle porte della città.
Trovarono di guardia Ozia e i responsabili della città, Cabri e Carmi.
7 Quando essi notarono il suo volto così
trasformato e i suoi vestiti così diversi, rimasero molto ammirati per la
sua grande bellezza. Le dissero:
8 «Il Dio
dei nostri padri ti accompagni. Ti conceda di portare a compimento la tua
impresa per la vittoria d'Israele e per la gloria di Gerusalemme!».
9 Giuditta si gettò a terra per adorare
Dio; poi disse: «Ordinate di aprirci le porte perché possiamo uscire
e fare quello di cui abbiamo parlato». Essi ubbidirono e diedero ordine ai
giovani di aprire le porte.
10 I giovani
eseguirono l'ordine e Giuditta uscì con la serva. Gli uomini restarono a
osservarla mentre scendeva dalla montagna e attraversava la valle, finché
scomparve.
11 Giuditta e la serva proseguirono
il cammino per la valle. Venne loro incontro una truppa di soldati assiri,
12 che la fermarono e si misero a
interrogarla:
- A quale popoIo appartieni? Da
dove vieni e dove vai?
Giuditta
rispose:
- Sono ebrea. Fuggo lontano dal mio
popolo, perché tra poco Dio farà cadere gli Israeliti nelle vostre
mani e li distruggerete!
13 Voglio andare da
Oloferne, il comandante del vostro esercito, per dargli informazioni sicure. Gli
indicherò come dovrà avanzare nella zona di montagna, per
conquistare tutta la regione senza che il suo esercito perda nemmeno un uomo.
14 Mentre Giuditta parlava, i soldati non le
tolsero gli occhi d'addosso nemmeno per un solo istante, perché era molto
bella. Le risposero:
15 - E' stata la tua
salvezza l'esser venuta in fretta a presentarti al nostro comandante Oloferne.
Ora vieni nella sua tenda. Alcuni di noi ti scorteranno e ti condurranno da lui.
16 Quando sarai alla presenza di Oloferne non
aver paura. Ripetigli quello che hai detto a noi: egli ti tratterà
bene.
17 Scelsero tra loro cento uomini che
accompagnarono Giuditta e la serva alla tenda di Oloferne.
18 L'accampamento assiro si mise in agitazione,
perché la notizia della presenza di Giuditta si sparse di tenda in tenda.
I soldati accorsero e attorniarono Giuditta mentre lei, fuori della tenda di
Oloferne, aspettava che il comandante fosse informato del suo arrivo.
19 Ammiravano la sua bellezza ed erano stupiti
che appartenesse al popoIo d'Israele. Si dicevano l'un l'altro: «Come si
potrebbe disprezzare un popoIo che ha donne come lei? E' meglio che gli
Israeliti siano uccisi tutti, perché se qualcuno di loro resta in vita,
sarebbe in grado di sedurre il mondo intero!».
20 I servi addetti alla tenda di Oloferne e
tutti gli ufficiali uscirono e introdussero Giuditta nella tenda.
21 Oloferne era a letto e stava riposando.
Attorno al letto c'erano drappi di porpora appesi ad aste d'oro, su cui erano
incastonati smeraldi e pietre preziose.
22
Appena Oloferne fu informato dell'arrivo di Giuditta, uscì nell'atrio
della tenda. Lo precedettero alcuni servi che portavano candelabri d'argento
accesi.
23 Quando gli presentarono Giuditta,
Oloferne e i suoi ufficiali rimasero affascinati dalla sua bellezza. Giuditta si
gettò in ginocchio davanti a Oloferne in segno di sottomissione, ma i
servi la sollevarono da terra.
CAPITOLO
11
GIUDITTA NELLA TENDA DI OLOFERNE
1 Oloferne disse a Giuditta:
«Fatti coraggio, gentile signora. Non aver paura. Non ho mai fatto del male
a nessuno che si sia deciso a mettersi al servizio di Nabucodonosor, il re di
tutta la terra.
2 Io non avrei dichiarato guerra
al tuo popolo, che abita nella zona di montagna, se non mi avessero fatto un
simile affronto. L'hanno voluta loro la guerra.
3 Ma ora dimmi perché sei fuggita da loro
e sei venuta da noi. Questo è stato la tua salvezza. Fatti animo! Qui non
corri nessun pericolo, né questa notte né in futuro.
4 Nessuno ti farà del male; sarai invece
trattata bene, come spetta a ogni persona al servizio di
Nabucodonosor».
5 Giuditta rispose:
«Permettimi di parlarti, o grande Oloferne, e da' ascolto a quel che ti
suggerirò. Quel che ti dirò questa notte è la pura
verità.
6 Se seguirai i miei
suggerimenti, Dio compirà con te una grande impresa. Certamente non
fallirai, signor mio.
7 Giuro sulla vita e sulla
potenza di Nabucodonosor, il re di tutta la terra, che ti ha inviato a mettere
ordine tra i suoi sudditi: grazie a te non soltanto gli uomini adesso
ubbidiscono al re, ma in futuro vivranno sottomessi al re e alla sua dinastia
anche le bestie selvagge, gli animali domestici e gli uccelli!
8 Difatti noi abbiamo sentito parlare della tua
saggezza e abilità. Il mondo intero sa che tu sei l'uomo più
valoroso di tutto il regno. Sei un comandante esperto e tutti ti ammirano per le
tue imprese.
9 Devo dirti una cosa: Achior
è stato salvato dagli abitanti di Betulia e ci ha riferito il discorso
che fece al tuo consiglio di guerra.
10 «O
grande Oloferne, non prendere alla leggera le parole di Achior. Ricordale,
perché ha detto la verità. Nessuno può far del male al
nostro popoIo e conquistarIo se non quando esso offende il suo Dio.
11 Ma tu, o grande Oloferne, non sarai sconfitto
e non te ne andrai a mani vuote. Ogni volta che gli Israeliti commettono una
colpa provocano Io sdegno del Signore perciò devono morire. Ebbene, ora
il peccato si è impadronito di loro.
12
In città non hanno più niente da mangiare e scarseggia l'acqua.
Perciò gli abitanti hanno l'intenzione di uccidere tutto il bestiame
senza distinzione e di mangiare cibi che la legge del Signore proibisce
espressamente.
13 Vogliono inoltre tenere per
sé e consumare il primo raccolto del grano, la decima parte del vino e
dell'olio. Queste sono cose sacre e riservate esclusivamente ai sacerdoti che
sono al servizio del Signore nel tempio di Gerusalemme. A nessun altro fra tutto
il popoIo è consentito toccarle.
14 Ma,
poiché i cittadini di Gerusalemme hanno già violato questa legge,
gli abitanti di Betulia hanno mandato messaggeri al consiglio dei capi di
Gerusalemme per aver l'autorizzazione a far come loro.
15 Il giorno stesso in cui riceveranno il
permesso e mangeranno quel cibo, tu, Oloferne, potrai annientarli.
16 «Per questo motivo, appena ne sono
venuta a conoscenza, io sono fuggita lontano dal mio popolo. Dio mi ha mandato
qui per compiere con te un'impresa che farà restare a bocca aperta in
tutto il mondo quelli che la sentiranno raccontare.
17 Io sono fedele al Dio del cielo e lo adoro
giorno e notte. Resterò qui con te, Oloferne, mio signore. Ma
uscirò ogni notte dall'accampamento e andrò nella valle per
pregare Dio. Egli mi dirà quando i cittadini di Betulia commetteranno il
peccato.
18 Allora verrò a dirtelo. Tu li
attaccherai con tutte le tue truppe e nessuno potrà fermarti.
19 Poi io ti guiderò attraverso la parte
centrale della regione di Giuda fino a Gerusalemme. In mezzo alla città
di Gerusalemme ti proclamerò re. Condurrai i cittadini di Gerusalemme
come un gregge di pecore senza pastore. Nemmeno un cane oserà abbaiare
contro di te. Tutto questo te lo dico perché ho il dono di prevedere il
futuro e ora vengo ad annunziartelo».
20 Il
discorso di Giuditta piacque a Oloferne e ai suoi ufficiali. Rimasero incantati
dalla sua saggezza e si dicevano l'un l'altro:
21 «Da un capo all'altro del mondo non si
trova una donna tanto bella e così saggia nel parlare!».
22 Oloferne disse a Giuditta: «Dio ha fatto
bene a farti lasciare il tuo popolo e a mandarti da me per portare noi Assiri
alla vittoria e per distruggere invece quelli che hanno disprezzato il nostro re
Nabucodonosor!
23 Non solo sei attraente di
aspetto, ma hai saputo fare un bel discorso! Se farai come hai detto, il tuo Dio
diventerà il mio Dio. Tu andrai a vivere alla corte del re Nabucodonosor
e diventerai famosa in tutto il
mondo!».
CAPITOLO
12
GIUDITTA RESTA FEDELE AL SIGNORE
1 Oloferne ordinò ai
suoi uomini di far sedere Giuditta alla sua mensa e di servirle la cena nei suoi
piatti d'argento e di darle il vino che era riservato a lui.
2 Ma Giuditta disse: - Non posso toccare il
vostro cibo, altrimenti andrei contro la legge del mio Dio. Mangerò
soltanto il cibo che ho portato con me.
3
Oloferne le disse:
- Ma, quando saranno finite le
tue provviste, come faremo a procurarti cibo come il tuo? Qui nel nostro
accampamento non c'è nessun Israelita.
4
Giuditta rispose:
- Grande Oloferne, come
è certo che tu vivi, prima che io abbia consumato il cibo che ho portato
con me, il Signore porterà a termine per mezzo mio il suo
piano!
5 Gli ufficiali di Oloferne condussero
Giuditta a una tenda. Essa dormi là fin oltre mezzanotte. Prima
dell'alba, al momento del cambio della guardia, Giuditta si alzò.
6 Mandò a dire a Oloferne:
«Oloferne, da' ordine che mi lascino uscire dall'accampamento per andare a
pregare».
7 Oloferne ordinò alle sue
guardie di lasciarla passare. Giuditta restò nell'accampamento assiro per
tre giorni. Ogni notte usciva per andare nella valle vicino a Betulia. Faceva il
bagno alla sorgente, dove c'era un posto di guardia;
8 poi pregava il Signore, Dio d'Israele, e gli
chiedeva di guidarla nella sua impresa per portare alla vittoria il suo popolo.
9 Dopo quel rito di purificazione tornava
nell'accampamento. Restava nella sua tenda tutto il giorno senza mangiare;
prendeva cibo soltanto verso sera.
GIUDITTA AL BANCHETTO DI OLOFERNE
10 Il quarto giorno Oloferne
organizzò un banchetto nella cerchia ristretta dei suoi servi personali;
non invitò nessuno degli ufficiali dell'esercito.
11 Oloferne disse a Bagoa, l'eunuco incaricato
di tutti i suoi affari: «Va' dalla donna ebrea che ti ho affidata in
custodia. Convincila a venire qui a mangiare e bere in nostra compagnia.
12 Sarebbe una vergogna per noi lasciare in
disparte una donna come Giuditta e non avere rapporti con lei. Se non ci diamo
da fare per sedurla essa ci
deriderà!».
13 Bagoa uscì
dalla tenda di Oloferne e andò da Giuditta. Le
disse:
- Bella signora, non rifiutare l'invito
del mio padrone. Vieni da Oloferne. Egli ti fa l'onore di invitarti alla sua
presenza. Berrai e ti divertirai in nostra compagnia. Ti comporterai come una
delle donne assise che vivono alla corte di
Nabucodonosor.
14 Giuditta
rispose:
- Come potrei contrariare il mio
signore? Farò senza esitare tutto quel che desidera. E' una grande gioia
per me: la ricorderò per tutta la vita.
15
Giuditta si cambiò i vestiti e si adornò di tutti i suoi gioielli.
La serva la precedette e distese per terra, di fronte a Oloferne, un manto di
pecora. Glielo aveva dato Bagoa perché Giuditta visi potesse adagiare
quando prendeva cibo.
16 Giuditta entrò
nella tenda e si distese sul tappeto. Al vederla il cuore di Oloferne si mise a
battere forte. Egli fu eccitato da un fortissimo desiderio di possederla. Fin da
quando l'aveva vista la prima volta aspettava l'occasione di sedurla.
17 Oloferne disse a
Giuditta:
- Bevi e divertiti in nostra compagnia!
18 Giuditta
rispose:
- Certo, mio signore! Questo è il
più bel giorno della mia vita.
19 Ma anche
allora, alla presenza di Oloferne, Giuditta mangiò e bevve soltanto quel
che le aveva preparato la serva.
20 Oloferne era
fuori di sé per la presenza di Giuditta e bevve più vino di quanto
non aveva mai bevuto in ogni altro giorno della sua
vita.
CAPITOLO 13
GIUDITTA UCCIDE OLOFERNE
1 A tarda notte i servi si
affrettarono a uscire. Bagoa chiuse la tenda di Oloferne dall'esterno e fece
allontanare gli invitati per mandarli a dormire. Andarono a dormire
perché erano tutti stanchi per il vino bevuto.
2 Nella tenda rimase soltanto Giuditta; Oloferne
era sdraiato sul letto, pieno di vino fino al collo.
3 Giuditta ordinò alla serva di restare
fuori dalla camera da letto e di aspettarla; le disse che sarebbero uscite
insieme dall'accampamento come al solito per recarsi a pregare. Aveva detto la
stessa cosa anche a Bagoa.
4 Quando tutti ebbero
lasciato la tenda di Oloferne e non rimase più nessuno, Giuditta, in
piedi vicino al letto di Oloferne, fece in silenzio questa preghiera:
«Signore Dio Onnipotente, volgi il tuo sguardo su di me. Aiutami a compiere
questa impresa per la gloria di Gerusalemme.
5
E' questa l'ora di salvare il tuo popolo eletto, di realizzare il mio progetto e
di distruggere i nemici che ci
minacciano».
6 Poi andò verso la
sponda del letto dalla parte della testa di Oloferne ed estrasse la sua spada
dal fodero.
7 Si fece più vicina,
sollevò la testa di Oloferne per i capelli e disse: «Dammi forza in
questo momento, Signore, Dio d'Israele!».
8
Poi colpì con la spada il collo di Oloferne due volte con tutta la sua
forza e gli tagliò la testa.
9 Fece
rotolare il corpo di Oloferne giù dal letto, portò via i drappi
dalle colonne e uscì. Consegno la testa di Oloferne alla
serva
10 che la pose nella bisaccia dove teneva
le provviste. Uscirono insieme come avevano fatto le altre volte per recarsi a
pregare. Lasciarono l'accampamento e attraversarono la valle. Poi salirono le
pendici del monte di Betulla e arrivarono alle porte della
città.
GIUDITTA RITORNA A BETULLA
11 Di lontano Giuditta
gridò alle sentinelle che erano di guardia alle porte della città:
«Aprite! Aprite la porta! Dio, il nostro Dio, è con noi e
continuerà a operare prodigi in Israele e a combattere con la sua forza i
nostri nemici come ha fatto oggi!».
12
Appena gli uomini di Betulla sentirono la sua voce, si affrettarono a scendere
verso le porte e chiamarono i capi della città.
13 Accorsero tutti gli abitanti, piccoli e
grandi. Nessuno poteva credere alla notizia che era tornata Giuditta.
Spalancarono le porte per accogliere Giuditta e la sua serva. Accesero un
falò per illuminare il luogo e si disposero in cerchio attorno alle due
donne.
14 Giuditta gridò: «Lodate
Dio, lodatelo! Lodate Dio perché non ha tenuto lontano da Israele la sua
misericordia. Questa notte, per mezzo di questo mio braccio, ha distrutto i
nostri nemici».
15 Poi tolse la testa dalla
bisaccia e la mostrò a tutti dicendo: «Ecco la testa di Oloferne, il
comandante dell'esercito assiro! Ed ecco la tenda del letto dov'era sdraiato
ubriaco fradicio! Il Signore l'ha colpito proprio per mano di una donna.
16 Il Signore mi ha protetta e così ho
realizzato il mio progetto. Giuro nel nome del Signore che ho sedotto Oloferne
soltanto con la bellezza del mio volto, che è stato la sua rovina! Egli
non ha commesso peccato con me. Non c'è nessuna ombra sul mio onore,
nulla di cui debba vergognarmi!».
17 Tutti
i presenti furono pieni di stupore e si inchinarono per adorare Dio. Poi
gridarono a una sola voce: «Sii benedetto, Dio nostro! Tu oggi hai
annientato i nostri nemici!». E tutto il popolo rispose: «Amen!
Amen!».
18 Ozia disse a Giuditta:,
«Dio, l'Altissimo, ti ha benedetta al di sopra di tutte le donne che sono
sulla terra. Sia benedetto Dio, il Signore creatore del cielo e della terra, che
ti ha guidata nell'impresa di tagliar la testa al comandante dei nostri nemici!
19 La fiducia in Dio che ti ha animata non
sarà mai dimenticata e si racconterà per sempre questa meraviglia
compiuta da Dio!
20 Dio ti conceda gloria per
tutta la tua vita e ti riempia dei suoi doni! Tu hai seguito fedelmente il
nostro Dio, hai rischiato la vita davanti all'oppressione del nostro popolo e ci
hai salvati dalla rovina che ci
minacciava!».
Giuditta mostra la testa di OloferneCAPITOLO
14
PROPOSTE DI GIUDITTA PER LA RISCOSSA
1 Giuditta disse:
«Ascoltate le mie proposte, fratelli: prendete la testa di Oloferne e
appendetela in cima alle mura della città.
2 Domani mattina all'alba, appena
spunterà il sole, ciascuno di voi in grado di combattere prenda le armi,
e uscite dalla città. Nominerete uno di voi comandante e fingerete di
scendere dal monte per attaccare gli avamposti assiri, ma non scenderete
giù fino alla valle.
3 Gli Assiri si
armeranno e correranno all'accampamento a svegliare i generali dell'esercito.
Andranno di corsa alla tenda di Oloferne, ma non lo troveranno vivo. Allora
saranno presi dallo sgomento e alla vostra vista fuggiranno.
4 Voi e gli abitanti di tutto il territorio
d'Israele vi lancerete all'inseguimento e li ucciderete mentre sono in fuga.
5 Ma, prima di tutto, mandatemi ora a chiamare
Achior, comandante di Ammon. Voglio vedere se riconoscerà Oloferne che ha
parlato con tanto disprezzo del popolo d'Israele e lo ha mandato qua come verso
il supplizio!».
6 Andarono a chiamare
Achior nella casa di Ozia. Quando egli arrivò e vide che un uomo in mezzo
alla folla teneva in mano la testa di Oloferne, si gettò a terra e il suo
animo fu liberato da un incubo.
7 Alcuni lo
sollevarono ed egli andò da Giuditta, si gettò ai suoi piedi e
disse: «Sii benedetta in tutte le tende di Giuda! Tutti i popoli restino
terrificati ogni volta che sentiranno il tuo nome!
8 Raccontami ora tutto quello che hai fatto in
questi giorni». Giuditta raccontò davanti a tutti quello che aveva
fatto a partire dal giorno che aveva lasciato la città fino a quel
momento.
9 Quando terminò il racconto,
tutto il popolo esplose in acclamazioni; l'intera città rimbombava per
quelle grida gioiose.
10 Appena sentì
tutto quello che aveva fatto il Dio d'Israele, Achior diventò pienamente
credente. Si sottopose al rito della circoncisione e diventò membro della
comunità d'Israele. I suoi discendenti lo sono ancora ai nostri
giorni.
GLI ISRAELITI VINCONO I NEMICI
VITTORIA SUGLI ASSIRI
11
Il giorno dopo, appena spuntò il sole, appesero la testa di Oloferne alle
mura di Betulia. Tutti gli uomini in grado di combattere presero le armi e
scesero a gruppi, per un tratto, lungo i sentieri della montagna.
12 Quando gli Assiri li videro, mandarono
soldati a informare i capi dell'esercito. Furono avvisati i generali, gli
ufficiali e tutti i capi.
13 Essi si recarono
insieme alla tenda di Oloferne e dissero a Bagoa, l'incaricato di affari del
comandante: «Sveglia il nostro comandante. Quella razza di schiavi hanno
avuto la sfacciataggine di scendere ad attaccarci. Vogliono farsi sterminare dal
primo all'ultimo!».
14 Bagoa entrò
nella tenda di Oloferne, batté alla porta della camera interna: infatti
pensava che Oloferne fosse a letto con Giuditta.
15 Ma nessuno rispose. Allora aprì la
porta ed entrò nella camera da letto; trovò il corpo di Oloferne
buttato a terra, senza la testa.
16
Lanciò un grande urlo, poi si mise a far lamenti e gemiti e si
strappò i vestiti in segno di disperazione.
17 Poi andò di corsa alla tenda dove
alloggiava Giuditta, ma la trovò vuota. Corse in mezzo all'accampamento e
gridò:
18 «Quegli schiavi si sono
ribellati. Una donna ebrea da sola ha coperto di vergogna la casa reale di
Nabucodonosor. Il corpo di Oloferne giace in terra, senza la testa!».
19 Quando sentirono quelle parole i generali
dell'esercito assiro, si strapparono i vestiti, terrorizzati. In mezzo
all'accampamento risuonarono i loro gemiti e le loro grida.
CAPITOLO
15
1 AI sentirli, i soldati che erano nelle tende
rimasero esterrefatti per quanto era accaduto.
2
Si misero a tremare per la paura e fuggirono dall'accampamento, sparsi in tutte
le direzioni, lungo i sentieri della pianura e della montagna, senza nemmeno
sforzarsi di restare raggruppati.
3 Anche i
soldati che avevano preso posizione sui monti intorno a Betulia si diedero alla
fuga. Allora tutti gli Israeliti in grado di combattere piombarono sugli Assiri
in fuga.
4 Ozia mandò subito messaggeri a
Betomestaim, a Bebai, a Coba, a Cola e in tutti i territori d'Israele. Essi
informarono gli Israeliti degli avvenimenti e li invitarono a inseguire i nemici
e annientarli.
5 Appena furono informati, gli
Israeliti accorsero compatti contro i nemici e li inseguirono senza dar loro
tregua fino a Coba. Anche gli abitanti di Gerusalemme e di tutta la zona
montuosa, appena furono informati di quel che era accaduto nell'accampamento
assiro, presero parte all'inseguimento. Gli abitanti di Galaad e della Galilea
tagliarono agli Assiri la strada della ritirata e fecero una grande strage. Li
inseguirono fino a Damasco e alle regioni vicine.
6 Il resto degli abitanti di Betulia scesero
nell'accampamento assiro e lo saccheggiarono. Fecero tanto bottino da diventare
molto ricchi.
7 I soldati Israeliti, di ritorno
dalla strage, si impadronirono di tutto quel che restava. Anche gli abitanti dei
villaggi, delle fattorie della zona montuosa e della pianura fecero un grande
bottino; infatti ce n'era una quantità
enorme.
FESTA PER LA
VITTORIA
8 Il sommo sacerdote Ioakim e il
consiglio dei capi degli Israeliti abitanti in Gerusalemme vennero a Betulia per
vedere le meraviglie compiute dal Signore per Israele. Volevano vedere Giuditta
per congratularsi con lei.
9 Quando arrivarono,
tutti la lodarono con cuore unanime e dissero: «Tu sei la gloria di
Gerusalemme, il grande orgoglio d'Israele, di te è fiero il nostro
popolo.
10 Con il tuo braccio hai fatto tutto
questo! Hai fatto un gran bene a Israele e Dio ha gradito la tua impresa. Il
Signore Onnipotente ti benedica per sempre!». Tutti aggiunsero: «Te lo
auguriamo sinceramente!».
11 Per il popolo
d'Israele ci volle un mese intero per portar via tutto il bottino preso
nell'accampamento assiro. A Giuditta regalarono la tenda di Oloferne, tutta la
sua argenteria, i suoi letti, i servizi da tavola e tutti gli oggetti che gli
appartenevano. Giuditta andò a prenderli. Caricò quanto
poté sulla sua mula, il resto sui carri: fece un bel carico.
12 Tutte le donne d'Israele vennero a vedere
Giuditta per felicitarsi con lei. Alcune di loro cantarono in coro e danzarono
in suo onore. Giuditta prese mazzi di tirso e li distribuì alle donne che
erano con lei;
13 poi tutte si coronarono il
capo con fronde d'ulivo. Giuditta andò in testa al gruppo per guidare le
donne nella danza. Tutti gli uomini d'Israele le seguirono armati, portando
corone di fiori sulla testa e cantando inni di lode.
14 Allora Giuditta, davanti a tutto il popolo
d'Israele, intonò un canto di ringraziamento. Il popolo si unì a
voce spiegata e innalzò un canto di
lode.
CAPITOLO 16
IL CANTO DI GIUDITTA
1 Giuditta
disse:
«Inton ate un canto al mio Dio.
Cantate al Signore al
suono
dei cembali e dei tamburelli!
Cantategli un canto di lode;
lodatelo e invocate il suo aiuto!
2 Il Signore è un Dio che
distrugge
armi ed
eserciti.
Egli mi ha salvata dai miei inseguitori
e mi ha fatta tornare sana e
salva
nell'accampamento
in
mezzo al mio popolo.
3 L'esercito assiro è
venuto
dai monti del
nord;
i suoi soldati sono venuti a migliaia,
la loro
moltitudine
ha sbarrato i torrenti,
la cavalleria ha coperto le
colline.
4 Volevano incendiare le nostre terre,
uccidere con la spada i nostri giovani,
calpestare i bambini piccoli,
far prigionieri i nostri figli,
e portar via le nostre
figlie.
5 Ma il Signore
Onnipotente
li ha
fermati
con il braccio di una donna!
6 Il loro comandante non fu
buttato
a terra da giovani,
non fu colpito da enormi titani,
non fu attaccato dai giganti.
E' stata Giuditta, La figlia di Merari,
che l'ha rovinato con la
bellezza
del suo
volto.
7 Per liberare Israele dall'oppressione
essa si tolse gli abiti da lutto,
mise sul suo volto ricchi profumi,
8 e legò con un nastro i capelli.
Per sedurlo indossò una veste di
lino.
9 I suoi sandali incantarono gli occhi
di Oloferne, la sua bellezza lo
affascinò.
Con la spada Giuditta gli
tagliò
il
collo.
10 I Persiani
rabbrividirono
per il suo coraggio,
i Medi rimasero atterriti
davanti
alla sua
audacia.
11 I poveri del nostro popolo lanciarono
il grido di
guerra
e gli Assiri furon presi dallo
spavento;
i nostri, deboli, urlarono,
ed essi
tremarono.
Alle loro grida ci fu lo scompiglio
tra i nemici.
12
Furono trafitti da uomini
che essi credevano
buoni a nulla,
furono colpiti a morte come
disertori.
I nemici morirono perché il
Signore
entrò in
battaglia.
13 Canterò al mio Dio un
canto nuovo.
Signore, tu sei grande e glorioso,
tremendo per la tua potenza,
invincibile!
14
Tutte le tue creature ti ubbidiscono.
Tu
parlasti ed esse furono create,
mandasti il tuo
spirito
ed esse furono fatte.
Nessuno può opporsi ai tuoi ordini.
15 Davanti a te i monti
saranno
scardinati dalla loro base
e gettati nei mari;
le rocce si sciolgono come cera;
ma tu circondi con il tuo
amore
chi ti
ama.
16 Per il Signore valgono poco
il profumo dei
sacrifici
e la carne grassa bruciata
sull'altare.
Per lui conta molto di
più
chi gli ubbidisce.
17 Siano maledette le
nazioni
che attaccano il nostro
popolo!
Il Signore
Onnipotente
si vendicherà di loro nel
giorno del giudizio.
Manderà su di loro
fuoco e vermi
e così piangeranno per
sempre
dal dolore».
FESTEGGIAMENTI A GERUSALEMME
18 Quando il corteo degli
Israeliti arrivò a Gerusalemme, tutti adorarono Dio. Dopo aver compiuto
un rito di purificazione, offrirono sacrifici completi, presentarono offerte
spontanee e doni al Signore.
19 Giuditta
dedicò a Dio tutti gli oggetti di Oloferne che il popolo le aveva
regalato. I drappi portati via dal letto di Oloferne, Giuditta li offrì
al Signore come parte del bottino riservata a lui.
20 Tutti restarono a Gerusalemme tre mesi per
far festa davanti al tempio. Anche Giuditta rimase là con tutto il
popolo.
GLI ULTIMI ANNI DI GIUDITTA
21 Passati quei giorni
ciascuno tornò a casa, nelle terre che aveva ricevute in possesso.
Giuditta tornò a Betulia e continuò a vivere in mezzo alle sue
proprietà. Per il resto della sua vita rimase famosa in tutta la regione.
22 Molti uomini desiderarono averla in moglie,
ma essa, dopo la morte e la sepoltura di suo marito Manasse, non volle
più sposarsi.
23-24 Giuditta
diventò molto anziana. Visse nella casa di suo marito fino all'età
di centocinque anni. Morì a Betulia. Prima di morire lasciò libera
la serva e divise i propri beni tra i suoi parenti e quelli di suo marito
Manasse. Fu sepolta accanto a lui, nella stessa tomba. Alla morte di Giuditta
gli Israeliti fecero lutto per una settimana.
25
Finché visse Giuditta, e ancora per molti anni dopo la sua morte, nessuno
osò più minacciare il popolo d'Israele.