LA SACRA BIBBIA - ANTICO TESTAMENTO - GIUDITTA

INTRODUZIONE AL LIBRO DI GIUDITTA

Caratteristiche principali
Il libro di Giuditta racconta il pericolo corso dal popolo d'Israele, invaso da una potenza imperialista, com'era l'Assiria, e la sua salvezza per mezzo di una donna bella, coraggiosa e fedele a Dio: Giuditta. Nel libro molti dati storici sono imprecisi: si parla di Nabucodonosor, re di Ninive, che invece regnò a Babilonia negli anni 604-562 a.C., quando la potenza assira era già scomparsa; tutta la vicenda viene ambientata nella comunità ebraica tornata dall'esilio di Babilonia: ci troviamo quindi dopo il 538 a.C. tanto più che Gerusalemme è già stata ricostruita, il tempio rifatto e il culto è in piena efficienza. Simili inesattezze fanno pensare, secondo alcuni studiosi, che non si tratti di un'opera storica, ma di un racconto edificante, che vuole insegnare la fiducia in Dio, il valore della preghiera, la fedeltà alla legge di Mosè e la potenza di Dio, che libera il suo popolo per mezzo di una donna.

Autore e ambiente storico
Opera di un autore anonimo, il libro è giunto a noi in lingua greca, ma è generalmente considerato traduzione di un originale aramaico, o meglio ebraico, andato perduto.
L'autore, che probabilmente visse in Palestina verso la metà del II secolo a.C. scrisse il racconto per assicurare i suoi destinatari, sottoposti alla persecuzione, che Dio non abbandona mai un popolo che a lui si affida e gli è fedele.

Schema
- Gli Assiri invadono la Palestina
e assediano la città di Betulia 1, 1-7, 23
- Giuditta salva il popolo uccidendo Oloferne,
comandante dell'esercito
di Nabucodonosor 8, 1-14, 10
- Gli Israeliti vincono
i propri nemici
e lodano Dio 14, 11-16, 25

GLI ASSIRI INVADONO LA PALESTINA

CAPITOLO 1

GUERRA TRA ASSIRI E MEDI

1 Nabucodonosor era re degli Assiri da dodici anni; la capitale del suo regno era Ninive. A quel tempo re dei Medi era Arfacsad; la sua capitale era Ecbatana.
2 Arfacsad aveva circondato Ecbatana di mura. Le costruì alte fino a trentacinque metri e larghe fino a venticinque. Esse erano formate di blocchi di pietra squadrata lunghi tre metri e larghi un metro e mezzo.
3 Alle porte della città Arfacsad aveva costruito torri alte cinquanta metri e con fondamenta di trenta metri di larghezza.
4 Le porte erano alte trentacinque metri e larghe venti; consentivano così il passaggio del suo esercito con la fanteria già schierata.
5 Nel dodicesimo anno del suo regno, Nabucodonosor fece guerra al re Arfacsad. Lo scontro decisivo avvenne nella grande pianura della regione di Rage.
6 Ma con Arfacsad si allearono tutti i popoli vicini: gli abitanti della zona di montagna, quelli che abitavano lungo i fiumi Eufrate, Tigri e Idaspe e nelle pianure dominate dal re degli Elamiti, Arioch. Si radunò allora un grande esercito di soldati provenienti da diversi popoli, pronto ad accorrere in aiuto ai Medi.
7 In questa situazione Nabucodonosor, re degli Assiri, mandò messaggeri da tutte le parti: ai Persiani a est; agli abitanti della Cilicia, a Damasco, nel Libano e nell'Antilibano, a ovest fino alla costa del Mediterraneo;
8 nei monti del Carmelo, nella zona montuosa di Galaad, nella Galilea settentrionale e in tutta la grande pianura di Esdrelon;
9 nelle città della Samaria e nel territorio a ovest del Giordano fino a Gerusalemme, Batane, Chelus, e Cades, fino al torrente che segna il confine con l'Egitto; oltre ancora, a Tafni, a Ramesse, agli abitanti della terra di Gosen,
10 fin oltre Tanis e Menfi, attraverso tutto l'Egitto, fino ai confini con l'Etiopia.
11 Ma nessuno, in tutte quelle regioni, diede ascolto all'invito di Nabucodonosor, re degli Assiri; nessuno volle fare la guerra al suo fianco. Non avevano paura di lui, perché lo consideravano come un uomo senza alleati. I messaggeri di Nabucodonosor furono derisi e dovettero tornarsene a mani vuote e coperti di vergogna.
12 Nabucodonosor andò su tutte le furie. Giurò di vendicarsi di tutti quei popoli anche a costo di perdere il regno, e giurò di sterminare l'intera popolazione della Cilicia, di Damasco, della Siria, di Moab e di Ammon, della Giudea e dell'Egitto, senza risparmiare nessuno in tutto il territorio dal mar Mediterraneo al Golfo Persico.
13 Nel diciassettesimo anno del suo regno, Nabucodonosor, alla testa del suo esercito, mosse guerra ad Arfacsad. Lo sconfisse e mise in fuga le sue truppe, compresi la cavalleria e tutti i suoi carri da guerra.
14 Poi Nabucodonosor conquistò le città della Media e si spinse fino a Ecbatana, la capitale. I suoi soldati occuparono le torri della città e saccheggiarono i mercati. Di quella bella città restò soltanto un mucchio di rovine.
15 Infine Nabucodonosor catturò il re Arfacsad sui monti intorno a Rage. Lo colpì con le sue lance e lo uccise. Così Arfacsad spari per sempre.
16 Poi, Nabucodonosor tornò a Ninive con il suo grande esercito e festeggiò la vittoria con i suoi soldati: si riposarono, mangiarono e bevvero per centoventi giorni.

CAPITOLO 2

NABUCODONOSOR MANDA OLOFERNE CONTRO L'OCCIDENTE

1 Nel diciottesimo anno del suo regno, il ventidue del primo mese, il re degli Assiri Nabucodonosor decise di effettuare le sue minacce e diede ordine nel suo palazzo di far vendetta di tutti quei popoli.
2 Nabucodonosor convocò i suoi ministri e i suoi consiglieri ed espose loro con precisione il suo piano segreto: aveva deciso di devastare tutta la terra.
3 Anche i suoi consiglieri erano d'accordo con lui: tutti quelli che non avevano seguito l'invito del re dovevano esser messi a morte.
4 Terminata la riunione del consiglio reale, il re degli Assiri Nabucodonosor mandò a chiamare Oloferne. Oloferne era il comandante dell'esercito e occupava il secondo posto dopo il re. Nabucodonosor gli disse:
5 «Questo è un ordine del gran re, il signore di tutta la terra! Tu lascerai la mia reggia e prenderai con te i soldati più capaci; radunerai un esercito di centoventimila fanti e preparerai anche grandi reparti di cavalleria con dodicimila cavalieri.
6 Con essi invaderai tutte le terre a ovest dell'Eufrate, perché i loro abitanti si sono rifiutati di rispondere alla mia richiesta di aiuto.
7 Invitali a preparare le loro offerte di terra e acqua, come segno che si arrendono senza condizioni. Io farò sentire loro tutto il peso della mia collera! Il mio esercito calpesterà ogni palmo di terra nelle loro regioni e le saccheggerà al suo passaggio.
8 Ci saranno tra le loro file tanti feriti da riempire i burroni e tanti morti da colmare i fiumi e i torrenti e farli straripare.
9 I superstiti li farò prigionieri e andranno in esilio nei posti più sperduti della terra.
10 Tu hai l'incarico di occupare i loro territori. Se gli abitanti si arrenderanno a te, li lascerai in vita fino al giorno in cui verrò io a punirli.
11 Ma se alcuni popoli ti faranno resistenza, non aver pietà: dovrai massacrarli subito tutti e devastare le loro terre.
12 Io mi sono impegnato sulla mia propria vita, e farò vendetta contro di loro anche a costo del mio regno; mi vendicherò con le mie stesse mani!
13 Tu, Oloferne, non osar di trasgredire nemmeno uno degli ordini del tuo signore. Fa' quel che ti ho detto senza esitare!».

SPEDIZIONI MILITARI DI OLOFERNE

14 Oloferne usci dalla reggia e convocò i principi, i generali e gli ufficiali dell'esercito assiro.
15 Come gli aveva ordinato il re, scelse per la spedizione centoventimila fanti molto esperti e dodicimila arcieri a cavallo,
16 e li divise in unità di combattimento.
17 Per il trasporto delle armi e dei bagagli, Oloferne prese un'enorme quantità di cammelli, asini e muli; radunò un numero incalcolabile di buoi, capre e montoni per assicurare l'approvvigionamento delle truppe.
18 Ciascun soldato riceveva abbondanti razioni di cibo. Per pagare gli stipendi Oloferne prese dal tesoro reale una gran quantità d'oro e d'argento.
19 Poi Oloferne si mise in marcia con l'esercito per preparare con la sua spedizione la venuta del re Nabucodonosor. Doveva infatti invadere tutti i paesi a ovest dell'Eufrate con carri da guerra, cavalli e colonne di soldati scelti.
20 Si unirono a lui anche soldati provenienti da altri popoli. Sembravano uno sciame di cavallette; erano in numero incalcolabile, come i granelli di sabbia nel deserto.
21 Lasciarono Ninive e dopo tre giorni di marcia giunsero nella pianura dove si trova la città di Bectilet. Da Bectilet andarono ad accamparsi ai piedi della montagna che è a nord dell'Alta Cilicia.
22 Di là Oloferne si inoltrò con tutto l'esercito, fanti, cavalieri e carri da guerra, nella zona di montagna.
23 A est devastò i territori di Fud e di Lud. Poi saccheggiò il territorio degli uomini di Rassis e degli Ismaeliti, che vivevano a sud delle terre abitate dai Cheleoniti, ai margini del deserto della Siria.
24 Poi Oloferne attraversò l'Eufrate e percorse l'Alta Mesopotamia. Rase al suolo città fortificate lungo il torrente Abrona fino alla costa del Mediterraneo.
25 Al nord occupò il territorio della Cilicia e sconfisse tutti quelli che si opponevano al suo passaggio. Poi si diresse verso sud nel territorio di Iafet, ai margini del deserto arabico.
26 Accerchiò le tribù dei Madianiti, incendiò i loro accampamenti e si impadronì dei loro greggi.
27 L'esercito di Oloferne giunse infine nella pianura di Damasco. Stava per cominciare il raccolto del grano. I soldati incendiarono i campi, poi uccisero le pecore e i buoi. Saccheggiarono le città di tutto il territorio di Damasco, devastarono le pianure coltivate e uccisero tutti i giovani.
28 I popoli che vivevano lungo la costa del Mediterraneo, a queste notizie, furono presi dal panico. Nelle grandi città di Sidone, Tiro, Sur, Okina, Iamnia, Asdod e Ascalon gli abitanti tremavano di paura.

CAPITOLO 3

MOLTE CITTÀ ACCOLGONO OLOFERNE

1 Tutte quelle città mandarono messaggeri da Oloferne per chiedere la pace. Portavano questo messaggio:
2 «Noi ci mettiamo a disposizione del grande re Nabucodonosor e ci gettiamo a terra davanti a te. Fa' di noi quel che vuoi.
3 Le nostre fattorie e le nostre terre, i nostri campi di grano, i nostri greggi e armenti e tutti i nostri recinti ti appartengono. Fanne quel che vuoi.
4 Le nostre città sono tue e gli abitanti sono tuoi schiavi. Vieni e fa' di essi quel che vuoi!».
5 Quegli uomini andarono da Oloferne e gli riferirono il messaggio.
6 Allora Oloferne andò con le sue truppe sulla costa del Mediterraneo. Occupò le città fortificate e prese per sé i giovani più forti, come rinforzo del proprio esercito.
7 Gli abitanti delle città e delle regioni vicine accolsero Oloferne con grandi onori. Gli andarono incontro con corone di fiori sul capo e danzando al suono del tamburello.
8 Ma Oloferne demolì tutti i loro templi e fece abbattere gli alberi sacri. Aveva difatti ricevuto da Nabucodonosor l'ordine di distruggere tutti gli dèi della terra. I popoli e le tribù del mondo dovevano adorare soltanto Nabucodonosor. In tutte le lingue dovevano invocarIo come l'unico Dio.
9 Poi Oloferne attraversò la pianura di Esdrelon e arrivò vicino alla città di Dotan di fronte alla catena montuosa che porta nella regione della Giudea.
10 Oloferne pose l'accampamento tra le città di Gebe e di Scitopoli e restò là un mese, per rifornire il suo esercito.

CAPITOLO 4

GLI ISRAELITI PREPARANO LA RESISTENZA

1 Gli Israeliti nella regione di Giuda vennero a sapere quel che Oloferne, il comandante dell'esercito del re assiro Nabucodonosor, aveva fatto ai popoli vicini. Sentirono che aveva derubato i loro templi e poi li aveva distrutti
2 ed ebbero una grande paura. Erano atterriti al pensiero di quel che poteva capitare a Gerusalemme e al tempio del Signore, loro Dio.
3 Non era ancora passato molto tempo da quando gli Israeliti erano tornati in patria dall'esilio a Babilonia. Soltanto di recente avevano consacrato di nuovo il tempio, l'altare e gli oggetti necessari al culto, che erano stati profanati.
4 Allora mandarono messaggeri nella regione della Samaria e nelle città di Cona, Bet-Oron, Belmain, Gerico, Coba, e Aisora, e nella valle di Salem, per avvisare la gente.
5 Gli abitanti occuparono le cime delle montagne più alte, fortificarono i villaggi di montagna e fecero provvista di viveri in vista della guerra: il grano era stato raccolto appena da poco.
6 Il sommo sacerdote Ioakim, in carica allora a Gerusalemme, scrisse agli abitanti delle città di Betulia e di Betomestaim. Betomestain domina la parte della valle di Esdrelon vicino a Dotan.
7 Looakim ordinò loro di tenere sotto controlIo i passi delle montagne che portano nella regione di Giuda. In quel punto era più facile fermare l'avanzata dei nemici: infatti i sentieri molto stretti consentivano soltanto il passaggio di due soldati alla volta.
8 Gli Israeliti eseguirono gli ordini di Ioakim e del consiglio dei capi di Gerusalemme.

PREGHIERA PRIMA DELLA GUERRA
9 Tutti gli uomini d'Israele fecero un grande digiuno e si misero a gridare invocando con forza Dio.
10 Essi, le loro mogli e i loro figli, le pecore, gli stranieri residenti in mezzo a loro, i salariati e gli schiavi, tutti si vestirono di panno ruvido in segno di penitenza.
11 Poi, a Gerusalemme, tutti: uomini, donne e bambini si gettarono a terra davanti al tempio, alla presenza del Signore, con addosso vestiti di panno ruvido, e si cosparsero il capo di polvere.
12 Coprirono anche l'altare con stoffa ruvida. Pregarono insieme dal più profondo del loro cuore il Dio d'Israele. Lo supplicavano di non permettere che i loro bambini fossero portati via e le loro mogli cadessero nelle mani dei soldati nemici. Il Signore non doveva lasciar distruggere le città della regione di Giuda, che aveva date in possesso agli Israeliti. Non doveva dare a quei pagani la soddisfazione di distruggere il tempio, altrimenti poi i nemici Io avrebbero insultato e deriso.
13 Il Signore diede ascolto alle grida di invocazione degli Israeliti e si commosse al vederli in quella situazione disperata. Infatti il popoIo continuò a digiunare per parecchi giorni in tutta la regione di Giuda, e in Gerusalemme tutti gli abitanti restarono radunati davanti al tempio del Signore onnipotente.
14 Il sommo sacerdote Ioakim, gli altri sacerdoti e tutte le persone che prestavano servizio nel tempio del Signore, erano vestiti con paramenti di panno ruvido, quando offrivano i sacrifici completi quotidiani e le altre offerte, che il popoIo portava spontaneamente o per mantenere promesse fatte al Signore.
15 I sacerdoti avevano cosparso di polvere il loro turbante e gridavano con tutte le forze al Signore di intervenire per il popoIo d'Israele e di cambiare il suo destino.

CAPITOLO 5

CONSIGLIO DI GUERRA NELL'ACCAMPAMENTO DI OLOFERNE

1 Qualcuno riferì al comandante dell'esercito assiro, Oloferne, che gli Israeliti si erano preparati alla resistenza. Avevano bloccato i sentieri di montagna, avevano costruito fortini sulle cime dei monti più alti e avevano sbarrato la strada della pianura.
2 Oloferne andò su tutte le furie. Convocò tutti i capi moabiti, i generali del popoIo di Ammon e i governatori della zona costiera del Mediterraneo.
3 Disse loro: «Voi siete di queste parti e conoscete bene la terra di Canaan. Ditemi allora: com'è il popoIo che abita nella zona di montagna? Quali sono le sue città? Quanto è grande il suo esercito? Da che cosa è costituita la loro forza e potenza? Chi è il re alla testa di quel popoIo e chi il comandante dell'esercito?
4 Perché mai soltanto essi tra tutti i popoli dell'occidente non si sono arresi davanti a me?».

DISCORSO DI ACHIOR A OLOFERNE

5 Prese la parola un generale del popoIo di Ammon di nome Achior. Disse: «Se credi, o grande Oloferne, io ti spiegherò chi sono gli abitanti della zona di montagna qui vicino. Dirò soltanto la verità.
6 Gli antenati di questo popoIo erano un gruppo di Caldei,
7-8 ma essi si rifiutarono di continuare ad adorare gli idoli dei loro padri. Volevano adorare soltanto il Dio del cielo, che essi riconoscevano come il vero Dio. Perciò furono cacciati via dalla loro patria, terra dei loro antichi dèi. Prima si rifugiarono nell'Alta Mesopotamia, dove restarono per molto tempo.
9 Poi il loro Dio ordinò ad essi di partire di là e di venire nella terra di Canaan. Si stabilirono qui e diventarono molto ricchi. Erano proprietari di grandi greggi e di una gran quantità di oro e d'argento.
10 «Più tardi, nella terra di Canaan venne la carestia. Allora essi andarono in Egitto e si fermarono là, dove c'era da mangiare. In Egitto diventarono un popoIo tanto numeroso che nessuno avrebbe potuto contarli.
11 Allora il re d'Egitto si mise contro di loro. Prese astute misure e li costrinse a lavori molto duri: dovevano fabbricare mattoni, erano oppressi e schiavi.
12 Ma essi gridarono al loro Dio. Egli castigò l'Egitto con piaghe incurabili. Allora gli Egiziani cacciarono via questa gente dalla loro terra.
13 Dio prosciugò davanti a loro il mar Rosso.
14 Li guidò al monte Sinai e poi a Kades-Barnea. Essi riuscirono a cacciare via tutte le tribù che vivevano nella zona desertica a sud di Canaan.
15 Occuparono il territorio degli Amorrei a est del Giordano e sterminarono gli abitanti di Chesbon. Poi attraversarono il Giordano e conquistarono tutta la regione montuosa.
16 Scacciarono i Cananei, i Perizziti, i Gebusei, i Sichemiti e i Gergesei. Restarono in possesso di queste terre per molto tempo.
17 Il Dio che li protegge odia il male. Finché hanno ubbidito alla sua volontà, hanno continuato ad avere fortuna.
18 Ma quando si sono ribellati al loro Dio, sono venute per loro molte guerre. Subirono dure sconfitte e alla fine furono deportati in terra straniera. Il tempio del loro Dio fu raso al suolo e le loro città furono conquistate dai nemici.
19 Ma di recente hanno ripreso ad essere fedeli al loro Dio e così sono tornati in patria dalle terre dov'erano stati dispersi. Hanno di nuovo preso possesso di Gerusalemme, la città dove c'è il loro tempio e si sono di nuovo stabiliti nella regione montuosa che era rimasta completamente disabitata.
20 «Se me Io permetti, grande Oloferne, vorrei farti una proposta: prima di muoverci dobbiamo vedere se per caso questo popoIo è di nuovo andato contro la volontà del suo Dio e ha quindi colpe da scontare. Soltanto se risulterà questo, possiamo inoltrarci nella zona montuosa per attaccarli.
21 In caso contrario, faresti meglio a non muoverti, perché altrimenti il Signore, loro Dio, li proteggerà come uno scudo e noi ci renderemo ridicoli davanti a tutti».

REAZIONE DEI SOLDATI DI OLOFERNE

22 Quando Achior finì di parlare, si scatenò un tumulto. Tutti i soldati che stavano attorno alla tenda di Oloferne andarono in collera. Gli ufficiali dell'esercito assiro e i generali delle truppe ausiliarie della costa del Mediterraneo e dei Moabiti, chiesero che Achior fosse messo a morte.
23 Dissero a Oloferne: «Noi non abbiamo paura di questi Israeliti. E' un popoIo debole e incapace di resisterti.
24 Lasciaci attaccare, o grande Oloferne, e tutti i tuoi soldati si mangeranno vivi questi Israeliti!».

CAPITOLO 6

INTERVENTO DI OLOFERNE

1 La folla che faceva ressa attorno alla tenda del consiglio di guerra si calmò. Allora Oloferne, comandante dell'esercito assiro, disse ad Achior in presenza di tutti i soldati della zona costiera del Mediterraneo e dei Moabiti:
2 «Tu, Achior, con i tuoi venduti a Efraim, chi credi di essere da metterti a fare il profeta come hai fatto oggi? Chi sei per suggerire a noi di non attaccare la nazione degli Israeliti, affermando che il loro Dio li protegge come uno scudo? Non esiste nessun altro Dio all'infuori di Nabucodonosor! E Nabucodonosor manderà il suo esercito e farà sparire gli Israeliti dalla faccia della terra. Il loro Dio non potrà salvarli!
3 Noi, soldati di Nabucodonosor, sconfiggeremo gli Israeliti come se fossero un uomo solo! Non resisteranno alla carica della nostra cavalleria.
4 Li bruceremo vivi. Le montagne del loro territorio saranno bagnate dal loro sangue e le valli riempite dai loro cadaveri. Non si reggeranno in piedi davanti a noi; saranno annientati e moriranno tutti senza lasciar traccia. Questo è l'ordine di Nabucodonosor, il re di tutta la terra, e le sue parole non resteranno incompiute.
5 E tu, Achior, mercenario di Ammon, che oggi ti sei ribellato e hai parlato così, non vedrai più la mia faccia a partire da oggi fino a quando non mi sarò vendicato di quella gentaglia scappata dall'Egitto.
6 Quel giorno sarai infilzato dalla spada delle mie truppe e dalla lancia dei miei ufficiali. Al mio ritorno finirai anche tu gettato nel mucchio dei cadaveri Israeliti.
7 Adesso i miei soldati ti condurranno nella zona montagnosa e ti lasceranno in una di quelle città costruite sul pendio.
8 Non devi morire adesso. Farai la tua fine in compagnia degli Israeliti.
9 Se davvero dentro di te speri che gli Israeliti non saranno fatti prigionieri, perché sei così pallido? Io, Oloferne, ho parlato e le mie parole non resteranno incompiute».

ACHIOR CONSEGNATO AGLI ABITANTI DI BETULIA

10 Oloferne ordinò ai servitori che erano nella sua tenda: «Prendete Achior, conduceteIo a Betulia e consegnateIo agli Israeliti».
11 Essi Io presero e Io portarono fuori dell'accampamento. Attraversarono la valle e Io condussero nella zona montagnosa nei pressi delle sorgenti sotto Betulia.
12 Quando gli abitanti della città li videro avvicinarsi, presero le armi, uscirono dalla città e corsero sulla cima della montagna. Tutti quelli che erano armati di fionde lanciarono sassi contro i soldati di Oloferne e impedirono loro di salire sulla montagna.
13 I soldati assiri furono costretti a ripararsi sui fianchi della montagna. Legarono Achior, Io lasciarono ai piedi della salita e tornarono dal loro signore Oloferne.
14 In seguito gli Israeliti scesero dal monte di Betulia. Trovarono Achior e Io slegarono. Poi Io condussero in città e Io presentarono ai capi.
15 A quel tempo i capi erano Ozia, figlio di Mica, della tribù di Simeone; Cabri, figlio di Gotoniel, e Carmi, figlio di Melchiel.
16 Essi convocarono gli anziani della città. Anche i giovani e le donne vennero di corsa alla riunione. Achior fu posto in mezzo e Ozia Io interrogò sull'accaduto.
17 Achior riferì quel che era stato deciso al consiglio di guerra nell'accampamento di Oloferne. Accennò al discorso che egli aveva fatto davanti agli ufficiali assiri e disse quel che Oloferne aveva minacciato di fare agli Israeliti.
18 Al sentirlo, il popoIo si gettò in ginocchio. Tutti adorarono il Signore e invocarono il suo aiuto con questa preghiera:
19 «Signore, Dio del cielo, guarda come sono superbi i nostri nemici! Abbi compassione di noi che siamo oppressi: siamo il popoIo consacrato a te. Sii buono con noi e aiutaci in questo terribile giorno!».
20 Poi fecero coraggio ad Achior e Io lodarono molto per quel che aveva fatto.
21 Terminata la riunione, Ozia invitò Achior e tutti gli anziani a casa sua e offrì un banchetto. Durante tutta la notte pregarono il Signore, il Dio d'Israele, di intervenire in favore del suo popolo.

CAPITOLO 7

L'ESERCITO DI OLOFERNE MARCIA SU BETULIA

1 Il giorno seguente Oloferne ordinò a tutte le sue truppe e ai soldati alleati di togliere l'accampamento per mettersi in marcia su Betulia. Il suo piano era di occupare i passi della zona montuosa e far guerra agli Israeliti.
2 Così, quel giorno tutti i suoi soldati si mossero. L'esercito di Oloferne era immenso: comprendeva centosettantamila fanti e dodicimila cavalieri, senza contare gli uomini che portavano i bagagli.
3 Gli Assiri presero posizione nella valle sottostante Betulia, nei pressi delle sorgenti. Le colonne di soldati si dispiegavano in profondità da Dotan a Belbaim e in lunghezza da Betulia a Kiamon, che si trova di fronte alla pianura di Esdrelon.
4 Quando gli Israeliti videro tutta quella gente, rimasero terrorizzati e si dissero l'un l'altro: «Questi soldati faranno piazza pulita di tutto quel che cresce sul nostro suolo. Anche i più alti monti, i dirupi e le colline saranno devastati da un esercito come quello!».
5 Gli uomini di Betulia presero ciascuno le proprie armi. Accesero fuochi sulle torri della città e restarono a far la guardia tutta la notte.
6 Il secondo giorno Oloferne fece sfilare tutta la sua cavalleria sotto gli occhi degli Israeliti di Betulia.
7 Esplorò i sentieri di accesso alla città; ispezionò le sorgenti e vi lasciò un gruppo di soldati per tenerle sotto controllo. Poi tornò nell'accampamento.

ASSEDIO DELLA CITTÀ
8 I generali edomiti i capi moabiti e i governatori della zona costiera del Mediterraneo, si recarono da Oloferne e gli dissero:
9 «O grande Oloferne, se accetti le nostre proposte, il tuo esercito non subirà alcuna perdita.
10 Per difendersi gli Israeliti non pongono la loro fiducia nelle armi. Si sentono sicuri perché vivono su alte montagne, dove non è facile salire.
11 Se perciò, o grande Oloferne, eviti di attaccarli direttamente, nessuno dei tuoi soldati cadrà.
12 Resta nel tuo quartier generale e tieni i tuoi soldati nell'accampamento. Ordina soltanto ai tuoi soldati di bloccare le sorgenti ai piedi della montagna.
13 Gli abitanti di Betulia devono andar là a prendere l'acqua. Quando staranno per morire di sete, la città si arrenderà. Nel frattempo noi prenderemo posizione con i nostri uomini sulla cima dei monti vicini e di là impediremo a chiunque di uscire dalla città.
14 A Betulia moriranno di fame uomini, donne e bambini. Prima ancora che tu sferri l'attacco, le loro piazze si riempiranno di cadaveri.
15 Essi non hanno voluto arrendersi spontaneamente a te. Si sono ribellati e perciò dovranno pagare!».
16 Questa proposta piacque a Oloferne e ai suoi generali ed egli ordinò di agire secondo quel piano.

GLI ABITANTI DI BETULIA SENZ'ACQUA

17 I Moabiti e cinquemila Assiri spostarono l'accampamento nella valle per bloccare le sorgenti della città di Betulia.
18 Gli Edomiti e gli Ammoniti salirono sulla cima delle montagne vicine e presero posizione di fronte alla città di Dotan. Inviarono alcuni uomini verso sud-est, in direzione di Egrebel, vicino a Cus, una città situata sulla sponda del torrente Mochmur. Il resto dei soldati assiri si accampò nella pianura: la ricoprirono da cima a fondo; infatti il numero delle tende e la massa di viveri per un esercito così grande era enorme.
19 Gli Israeliti invocarono l'aiuto del Signore loro Dio. Essi erano sfiduciati perché si trovarono accerchiati dai nemici e senza via di scampo.
20 Tutto l'esercito assiro (fanteria, carri da guerra e cavalleria) assediò Betulia per trentaquattro giorni. Alla fine la città rimase senz'acqua.
21 Tutte le brocche erano ormai vuote e anche le cisterne stavano per esaurirsi. Perciò la distribuzione dell'acqua fu razionata, ma l'acqua distribuita non bastava a togliersi la sete nemmeno per un giorno solo.
22 I bambini non si reggevano più; infatti nella città anche i giovani e le donne svenivano per la sete e cadevano a terra sulle piazze e nei passaggi delle porte. Tutti erano senza forze.
23 Allora tutti gli abitanti, i giovani, le donne e i bambini si radunarono. Andarono da Ozia e dai capi della città e si misero a protestare. Urlavano:
24 Dio vi castighi per quel che ci avete fatto! Siete voi responsabili di questa terribile situazione, perché non avete voluto far trattative di pace con gli Assiri.
25 Ora non c'è più nessuno che ci possa aiutare. Dio ci ha abbandonati nelle mani dei nemici. Siamo agli estremi e moriamo di sete.
26 Chiamate subito gli Assiri e arrendiamoci. Consegnate la città nelle mani di Oloferne e lasciate che il suo esercito la saccheggi.
27 Per noi è meglio essere prigionieri: diventeremo schiavi dei nemici, ma almeno resteremo in vita e non vedremo morire sotto i nostri occhi le nostre mogli, i nostri figli e i nostri bambini.
28 Vi scongiuriamo per il cieIo e la terra, vi scongiuriamo nel nome del nostro Dio, il Signore dei nostri padri, che si vendica di noi per le nostre colpe e per i peccati dei nostri padri, perché non ci lasci più in una situazione come questa.
29 Tutta la folla riunita si mise a gemere forte e invocarono l'aiuto di Dio, il Signore.
30 Allora Ozia disse: «Coraggio, fratelli. Fatevi animo! Resistiamo ancora cinque giorni. Il Signore tornerà ad avere compassione di noi. Egli non ci abbandonerà per sempre.
31 Se passeranno questi giorni senza che ci venga alcun soccorso, io farò come avete chiesto».
32 Poi Ozia fece disperdere la gente radunata e rimandò ciascuno al suo posto di difesa. Gli uomini tornarono sulle mura e sulle torri e mandarono a casa le donne e i bambini. In città c'era un clima deprimente.

GIUDITTA SALVA IL POPOLO

CAPITOLO 8

GIUDITTA

1 Una donna di nome Giuditta venne a conoscenza di questi fatti. Giuditta era figlia di Merari, nipote di Oks, pronipote di Giuseppe. Gli antenati di Giuseppe erano Oziel, Elkia, Anania, Gedeone, Rafain, Achitob, Elia, Chelkia, Eliab, Natanael, Salamiel, Sarasadai e Giacobbe, capostipite del popoIo d'Israele.
2 Giuditta aveva sposato Manasse, un uomo che apparteneva alla stessa tribù e alla medesima cerchia familiare. Egli era morto durante la raccolta dell'orzo.
3 Si trovava nei campi per sorvegliare i braccianti. Faceva molto caldo, e prese un colpo di sole. Si mise a letto e morì in casa sua, nella città di Betulia. Fu sepolto nella tomba di famiglia, nella campagna tra Dotan e Balamon.
4 Erano ormai passati tre anni e quattro mesi da quando Giuditta era rimasta vedova e viveva da sola in casa sua.
5 Aveva messo una tenda sulla terrazza della casa e viveva là. Andava sempre vestita a lutto e portava abiti di panno ruvido.
6 Da quando aveva perso il marito digiunava tutti i giorni, eccetto il sabato e la vigilia del sabato, i giorni di luna nuova e quello precedente, le giornate di festa e nelle ricorrenze liete del popoIo d'Israele.
7 Giuditta era molto bella e attraente. Suo marito Manasse, alla sua morte, le aveva lasciato argento e oro, servitori e schiave, bestiame e campi. Tutte le sue ricchezze passarono in possesso di Giuditta.
8 Nessuno poteva malignare sul conto di Giuditta, perché era una donna molto fedele a Dio.

GIUDITTA FA CHIAMARE I CAPI DELLA CITTÀ

9 Giuditta venne dunque a sapere che il popolo, disperato per la mancanza d'acqua, aveva protestato contro il capo della città. Fu informata della risposta di Ozia agli abitanti: sotto giuramento egli aveva promesso di arrendersi insieme a tutta la città entro cinque giorni.
10 Allora Giuditta chiamò la serva incaricata di tutti i suoi averi e le disse di invitare a casa sua i capi della città: Ozia, Cabri e Carmi.
11 Essi vennero e Giuditta disse loro: «Ascoltatemi, capi di Betulia. Avete sbagliato a parlare al popoIo come avete fatto oggi. Non avreste dovuto giurare nel nome del Signore di consegnare la città ai nemici, se entro pochi giorni Dio non interverrà in nostro aiuto.
12 Che diritto avete di imporre scadenze a Dio come avete fatto oggi? Credete di occupare il posto di Dio in mezzo alla gente?
13 Avete provocato il Signore che è Onnipotente. Non Io vorrete mai capire?
14 Se non conoscete nemmeno quel che c'è nel profondo del cuore umano e non riuscite a scoprire ciò che pensa una persona, come osate esplorare la mente di Dio che ha creato queste realtà? Come potete conoscere il suo pensiero e capire i suoi progetti? No, fratelli! Dovete smetterla di provocare Io sdegno del Signore nostro Dio!
15 Se non intende soccorrerci entro cinque giorni, il Signore è in grado di intervenire in nostro favore il giorno che vuole, ma con la stessa facilità può lasciarci annientare dai nostri nemici.
16 Non dovete fissare condizioni ai progetti del Signore nostro Dio. Egli non è come un uomo da poterIo minacciare e costringere a prendere una determinata decisione.
17 Il nostro dovere invece è di invocare l'aiuto del Signore e di aspettare da lui la salvezza. Se vorrà egli darà ascolto alle nostre invocazioni.
18 «Noi non adoriamo idoli fabbricati dall'uomo. Oggi, e da lungo tempo a questa parte, nessuna delle nostre tribù, nessuno dei nostri gruppi, nessuna delle nostre famiglie e nessuna delle nostre città adora idoli, anche se Io fecero, in passato, i nostri antenati.
19 Proprio per questo motivo, il Signore li fece uccidere dai nemici, che poi si impadronirono di tutte le loro ricchezze. Così i nostri antenati subirono una grave sconfitta.
20 Ma noi, che non adoriamo nessun altro Dio all'infuori del Signore, dobbiamo aver fiducia che egli non abbandonerà il nostro popoIo e nemmeno noi.
21 «Se la nostra città sarà conquistata dai nemici, cadrà nelle loro mani tutta la regione di Giuda e il tempio di Gerusalemme sarà saccheggiato. E questa profanazione Dio ce la farà pagare con la nostra vita
22 Ci riterrà responsabili della strage e della prigionia del nostro popoIo e della devastazione della terra che abbiamo ricevuta in possesso. Inoltre i popoli in mezzo ai quali saremo condotti a vivere come schiavi, ci disprezzeranno e insulteranno.
23 Durante la nostra schiavitù non otterremo la benevolenza dei nostri padroni, perché Dio, il Signore, ci manderà tante umiliazioni.
24 «Dimostriamo ora ai nostri fratelli che la loro vita dipende da noi. A noi è legato il destino del tempio, che è la casa di Dio, e il destino dell'altare.
25 Il Signore nostro Dio ci sta mettendo alla prova, come fece con i nostri antenati. Dobbiamo ringraziarIo per questo.
26 Ricordatevi di quel che il Signore fece con Abramo, e come mise alla prova Isacco. Ricordatevi di tutto quel che accadde a Giacobbe quando, in Alta Mesopotamia, custodiva le greggi di Labano, suo zio!
27 Il Signore provò il loro cuore con il fuoco. Con noi invece è meno severo e non si sta vendicando: quando colpisce i suoi fedeli Io fa soltanto per avvertimento».
28 Ozia rispose a Giuditta: «Hai ragione. Tutto quel che hai detto è giusto e nessuno può negarlo.
29 Non è la prima volta oggi che manifesti la tua saggezza. Tutti abbiamo imparato a conoscere la tua intelligenza e il tuo buon cuore, fin da quando eri bambina.
30 Ma il nostro popoIo muore di sete. Gli abitanti ci hanno costretto a far loro una promessa e a impegnarci con il giuramento. Non possiamo tradire la parola data.
31 Tu che sei una donna devota, prega per noi. Chiedi al Signore di mandare la pioggia: così le nostre cisterne si riempiranno d'acqua e non saremo più deboli per la sete».
32 Davanti ai responsabili della città, Giuditta aggiunse: «Ascoltatemi: io sto per compiere un'impresa che il nostro popoIo non dimenticherà mai.
33 Questa notte voi tre restate di guardia alle porte della città. Io e la mia serva usciremo da Betulla. Entro il giorno promesso per la resa della città ai nemici, il Signore salverà Israele per mezzo mio.
34 Non domandatemi però quel che sto per fare; ve Io dirò soltanto quando avrò portato a termine la mia impresa».
35 Ozia e i capi le dissero: «Va' in pace! Dio, il Signore, ti guidi per far vendetta dei nostri nemici».
36 Poi i capi di Betulla lasciarono la tenda di Giuditta e tornarono ai loro posti.

CAPITOLO 9

PREGHIERA DI GIUDITTA

1 Giuditta si gettò con la faccia a terra, si cosparse il capo di polvere e mise in mostra il vestito di panno ruvido. Proprio in quell'ora nel tempio di Gerusalemme, come ogni sera, veniva offerto l'incenso. Giuditta invocò ad alta voce l'aiuto del Signore e fece questa preghiera:
2 «Signore, Dio di Simeone, il capostipite della mia tribù! Tu consegnasti a Simeone una spada e così egli compì la vendetta contro alcuni stranieri. Essi, spinti da desiderio impuro, avevano slacciato la cintura di una ragazza ancora vergine; senza ritegno le avevano denudato il seno e l'avevano posseduta e disonorata. Tu, Signore, hai comandato: "Questo non si faccia!" ma essi Io fecero.
3 Proprio per questo motivo tu facesti morire i loro capi. Essi furono uccisi a tradimento e il letto, che avevano usato per sedurre, fu bagnato con il loro sangue. Tu colpisti a morte gli schiavi al fianco dei potenti e i sovrani sui loro troni.
4 Per tua volontà, Signore, le loro mogli furono prese come bottino di guerra e le loro figlie fatte prigioniere. Gli Israeliti, che hai scelto come tuo popolo, poterono dividersi le loro ricchezze. Essi furono pieni di zeIo per la tua legge, provavano orrore per il delitto commesso contro l'onore della loro famiglia e invocarono il tuo aiuto.
«O Dio, tu sei il mio Dio! Ascolta la preghiera che ti fa una vedova!
5 Tutto quel che accadde allora, come quel che era accaduto prima e accadde in seguito, fosti tu a compierIo. Gli avvenimenti in corso e quelli futuri rientrano nei tuoi piani e allora avvenne quel che avevi progettato.
6 Infatti le cose che tu hai stabilito vengono e ti dicono: "Ecco, siamo qui". Tutte le tue scelte sono preparate in anticipo e tu decidi sempre con preveggenza.
7 Tu vedi, Signore, che gli Assiri sono venuti con tutte le loro truppe. Sono fieri dei loro cavalli, orgogliosi dei loro cavalieri; si vantano della forza dei loro fanti e si sentono sicuri delle loro armi: scudi, lance, archi e fionde. Non sanno che tu sei il Signore che distruggi le armi e gli eserciti.
8 Il tuo nome è Signore! Spezza il loro vigore con la tua potenza, distruggi la loro forza con la tua ira! Gli Assiri vogliono profanare il tuo tempio, intendono dissacrare la casa dove c'è la tua presenza gloriosa, e con il ferro sono decisi a demolire il tuo altare.
9 Guarda la loro superbia! Volgi contro di loro il tuo sdegno. Io sono una vedova, ma da' alle mie braccia la forza di portare a compimento il piano che ho in mente.
10 Serviti delle parole ingannatrici che dirò per uccidere Io schiavo e il padrone, il signore e il suo servitore. Fa' che una donna abbatta la loro superbia.
11 La tua forza non consiste nel numero e la tua potenza non dipende dalla grandezza di un esercito. Tu sei il Dio dei poveri! Aiuti gli oppressi, sostieni i deboli, salvi chi è senza speranza!
12 Si, tu sei il Dio del mio antenato Simeone, il Dio della terra d'Israele, il Signore del cieIo e della terra; sei tu che hai creato i mari e sei il re di tutto l'universo! Ascolta la mia preghiera.
13 Fa' che le mie parole ingannatrici feriscano e uccidano gli Assiri, perché hanno fatto piani crudeli contro la tua alleanza e il tuo santo tempio, contro il monte Sion e la terra che hai dato al tuo popolo.
14 Fa' che il tuo popoIo e ogni sua tribù riconosca che tu sei Dio, il Dio grande e onnipotente, e che soltanto tu proteggi come uno scudo il popoIo d'Israele!».

CAPITOLO 10

GIUDITTA NEL CAMPO NEMICO

1 Quando ebbe terminato questa preghiera al Dio d'Israele,
2 Giuditta si alzò in piedi e chiamò una serva. Scese in casa, dove era solita trascorrere i giorni di sabato e le giornate festive.
3 Si tolse il vestito di panno ruvido e gli abiti da lutto. Fece il bagno e si profumò con unguenti molto preziosi. Sciolse i suoi capelli e si pose sul capo un bel nastro. Indossò i vestiti da festa che portava quando era in vita suo marito Manasse.
4 Infilò un paio di sandali eleganti e si adornò con tutti i suoi gioielli: collane, braccialetti, ornamenti alle caviglie e orecchini. Voleva rendersi attraente per sedurre gli uomini che l'avrebbero vista.
5 Poi diede alla serva un otre di vino e un fiasco d'olio. Prese una borsa e la riempì con farina d'orzo, frutta secca, pane e formaggio. Impacchettò con cura i suoi recipienti e li consegnò alla serva.
6 Tutte e due uscirono di casa e si recarono alle porte della città. Trovarono di guardia Ozia e i responsabili della città, Cabri e Carmi.
7 Quando essi notarono il suo volto così trasformato e i suoi vestiti così diversi, rimasero molto ammirati per la sua grande bellezza. Le dissero:
8 «Il Dio dei nostri padri ti accompagni. Ti conceda di portare a compimento la tua impresa per la vittoria d'Israele e per la gloria di Gerusalemme!».
9 Giuditta si gettò a terra per adorare Dio; poi disse: «Ordinate di aprirci le porte perché possiamo uscire e fare quello di cui abbiamo parlato». Essi ubbidirono e diedero ordine ai giovani di aprire le porte.
10 I giovani eseguirono l'ordine e Giuditta uscì con la serva. Gli uomini restarono a osservarla mentre scendeva dalla montagna e attraversava la valle, finché scomparve.
11 Giuditta e la serva proseguirono il cammino per la valle. Venne loro incontro una truppa di soldati assiri,
12 che la fermarono e si misero a interrogarla:
- A quale popoIo appartieni? Da dove vieni e dove vai?
Giuditta rispose:
- Sono ebrea. Fuggo lontano dal mio popolo, perché tra poco Dio farà cadere gli Israeliti nelle vostre mani e li distruggerete!
13 Voglio andare da Oloferne, il comandante del vostro esercito, per dargli informazioni sicure. Gli indicherò come dovrà avanzare nella zona di montagna, per conquistare tutta la regione senza che il suo esercito perda nemmeno un uomo.
14 Mentre Giuditta parlava, i soldati non le tolsero gli occhi d'addosso nemmeno per un solo istante, perché era molto bella. Le risposero:
15 - E' stata la tua salvezza l'esser venuta in fretta a presentarti al nostro comandante Oloferne. Ora vieni nella sua tenda. Alcuni di noi ti scorteranno e ti condurranno da lui.
16 Quando sarai alla presenza di Oloferne non aver paura. Ripetigli quello che hai detto a noi: egli ti tratterà bene.
17 Scelsero tra loro cento uomini che accompagnarono Giuditta e la serva alla tenda di Oloferne.
18 L'accampamento assiro si mise in agitazione, perché la notizia della presenza di Giuditta si sparse di tenda in tenda. I soldati accorsero e attorniarono Giuditta mentre lei, fuori della tenda di Oloferne, aspettava che il comandante fosse informato del suo arrivo.
19 Ammiravano la sua bellezza ed erano stupiti che appartenesse al popoIo d'Israele. Si dicevano l'un l'altro: «Come si potrebbe disprezzare un popoIo che ha donne come lei? E' meglio che gli Israeliti siano uccisi tutti, perché se qualcuno di loro resta in vita, sarebbe in grado di sedurre il mondo intero!».
20 I servi addetti alla tenda di Oloferne e tutti gli ufficiali uscirono e introdussero Giuditta nella tenda.
21 Oloferne era a letto e stava riposando. Attorno al letto c'erano drappi di porpora appesi ad aste d'oro, su cui erano incastonati smeraldi e pietre preziose.
22 Appena Oloferne fu informato dell'arrivo di Giuditta, uscì nell'atrio della tenda. Lo precedettero alcuni servi che portavano candelabri d'argento accesi.
23 Quando gli presentarono Giuditta, Oloferne e i suoi ufficiali rimasero affascinati dalla sua bellezza. Giuditta si gettò in ginocchio davanti a Oloferne in segno di sottomissione, ma i servi la sollevarono da terra.

CAPITOLO 11

GIUDITTA NELLA TENDA DI OLOFERNE

1 Oloferne disse a Giuditta: «Fatti coraggio, gentile signora. Non aver paura. Non ho mai fatto del male a nessuno che si sia deciso a mettersi al servizio di Nabucodonosor, il re di tutta la terra.
2 Io non avrei dichiarato guerra al tuo popolo, che abita nella zona di montagna, se non mi avessero fatto un simile affronto. L'hanno voluta loro la guerra.
3 Ma ora dimmi perché sei fuggita da loro e sei venuta da noi. Questo è stato la tua salvezza. Fatti animo! Qui non corri nessun pericolo, né questa notte né in futuro.
4 Nessuno ti farà del male; sarai invece trattata bene, come spetta a ogni persona al servizio di Nabucodonosor».
5 Giuditta rispose: «Permettimi di parlarti, o grande Oloferne, e da' ascolto a quel che ti suggerirò. Quel che ti dirò questa notte è la pura verità.
6 Se seguirai i miei suggerimenti, Dio compirà con te una grande impresa. Certamente non fallirai, signor mio.
7 Giuro sulla vita e sulla potenza di Nabucodonosor, il re di tutta la terra, che ti ha inviato a mettere ordine tra i suoi sudditi: grazie a te non soltanto gli uomini adesso ubbidiscono al re, ma in futuro vivranno sottomessi al re e alla sua dinastia anche le bestie selvagge, gli animali domestici e gli uccelli!
8 Difatti noi abbiamo sentito parlare della tua saggezza e abilità. Il mondo intero sa che tu sei l'uomo più valoroso di tutto il regno. Sei un comandante esperto e tutti ti ammirano per le tue imprese.
9 Devo dirti una cosa: Achior è stato salvato dagli abitanti di Betulia e ci ha riferito il discorso che fece al tuo consiglio di guerra.
10 «O grande Oloferne, non prendere alla leggera le parole di Achior. Ricordale, perché ha detto la verità. Nessuno può far del male al nostro popoIo e conquistarIo se non quando esso offende il suo Dio.
11 Ma tu, o grande Oloferne, non sarai sconfitto e non te ne andrai a mani vuote. Ogni volta che gli Israeliti commettono una colpa provocano Io sdegno del Signore perciò devono morire. Ebbene, ora il peccato si è impadronito di loro.
12 In città non hanno più niente da mangiare e scarseggia l'acqua. Perciò gli abitanti hanno l'intenzione di uccidere tutto il bestiame senza distinzione e di mangiare cibi che la legge del Signore proibisce espressamente.
13 Vogliono inoltre tenere per sé e consumare il primo raccolto del grano, la decima parte del vino e dell'olio. Queste sono cose sacre e riservate esclusivamente ai sacerdoti che sono al servizio del Signore nel tempio di Gerusalemme. A nessun altro fra tutto il popoIo è consentito toccarle.
14 Ma, poiché i cittadini di Gerusalemme hanno già violato questa legge, gli abitanti di Betulia hanno mandato messaggeri al consiglio dei capi di Gerusalemme per aver l'autorizzazione a far come loro.
15 Il giorno stesso in cui riceveranno il permesso e mangeranno quel cibo, tu, Oloferne, potrai annientarli.
16 «Per questo motivo, appena ne sono venuta a conoscenza, io sono fuggita lontano dal mio popolo. Dio mi ha mandato qui per compiere con te un'impresa che farà restare a bocca aperta in tutto il mondo quelli che la sentiranno raccontare.
17 Io sono fedele al Dio del cielo e lo adoro giorno e notte. Resterò qui con te, Oloferne, mio signore. Ma uscirò ogni notte dall'accampamento e andrò nella valle per pregare Dio. Egli mi dirà quando i cittadini di Betulia commetteranno il peccato.
18 Allora verrò a dirtelo. Tu li attaccherai con tutte le tue truppe e nessuno potrà fermarti.
19 Poi io ti guiderò attraverso la parte centrale della regione di Giuda fino a Gerusalemme. In mezzo alla città di Gerusalemme ti proclamerò re. Condurrai i cittadini di Gerusalemme come un gregge di pecore senza pastore. Nemmeno un cane oserà abbaiare contro di te. Tutto questo te lo dico perché ho il dono di prevedere il futuro e ora vengo ad annunziartelo».
20 Il discorso di Giuditta piacque a Oloferne e ai suoi ufficiali. Rimasero incantati dalla sua saggezza e si dicevano l'un l'altro:
21 «Da un capo all'altro del mondo non si trova una donna tanto bella e così saggia nel parlare!».
22 Oloferne disse a Giuditta: «Dio ha fatto bene a farti lasciare il tuo popolo e a mandarti da me per portare noi Assiri alla vittoria e per distruggere invece quelli che hanno disprezzato il nostro re Nabucodonosor!
23 Non solo sei attraente di aspetto, ma hai saputo fare un bel discorso! Se farai come hai detto, il tuo Dio diventerà il mio Dio. Tu andrai a vivere alla corte del re Nabucodonosor e diventerai famosa in tutto il mondo!».

CAPITOLO 12

GIUDITTA RESTA FEDELE AL SIGNORE

1 Oloferne ordinò ai suoi uomini di far sedere Giuditta alla sua mensa e di servirle la cena nei suoi piatti d'argento e di darle il vino che era riservato a lui.
2 Ma Giuditta disse: - Non posso toccare il vostro cibo, altrimenti andrei contro la legge del mio Dio. Mangerò soltanto il cibo che ho portato con me.
3 Oloferne le disse:
- Ma, quando saranno finite le tue provviste, come faremo a procurarti cibo come il tuo? Qui nel nostro accampamento non c'è nessun Israelita.
4 Giuditta rispose:
- Grande Oloferne, come è certo che tu vivi, prima che io abbia consumato il cibo che ho portato con me, il Signore porterà a termine per mezzo mio il suo piano!
5 Gli ufficiali di Oloferne condussero Giuditta a una tenda. Essa dormi là fin oltre mezzanotte. Prima dell'alba, al momento del cambio della guardia, Giuditta si alzò.
6 Mandò a dire a Oloferne: «Oloferne, da' ordine che mi lascino uscire dall'accampamento per andare a pregare».
7 Oloferne ordinò alle sue guardie di lasciarla passare. Giuditta restò nell'accampamento assiro per tre giorni. Ogni notte usciva per andare nella valle vicino a Betulia. Faceva il bagno alla sorgente, dove c'era un posto di guardia;
8 poi pregava il Signore, Dio d'Israele, e gli chiedeva di guidarla nella sua impresa per portare alla vittoria il suo popolo.
9 Dopo quel rito di purificazione tornava nell'accampamento. Restava nella sua tenda tutto il giorno senza mangiare; prendeva cibo soltanto verso sera.

GIUDITTA AL BANCHETTO DI OLOFERNE

10 Il quarto giorno Oloferne organizzò un banchetto nella cerchia ristretta dei suoi servi personali; non invitò nessuno degli ufficiali dell'esercito.
11 Oloferne disse a Bagoa, l'eunuco incaricato di tutti i suoi affari: «Va' dalla donna ebrea che ti ho affidata in custodia. Convincila a venire qui a mangiare e bere in nostra compagnia.
12 Sarebbe una vergogna per noi lasciare in disparte una donna come Giuditta e non avere rapporti con lei. Se non ci diamo da fare per sedurla essa ci deriderà!».
13 Bagoa uscì dalla tenda di Oloferne e andò da Giuditta. Le disse:
- Bella signora, non rifiutare l'invito del mio padrone. Vieni da Oloferne. Egli ti fa l'onore di invitarti alla sua presenza. Berrai e ti divertirai in nostra compagnia. Ti comporterai come una delle donne assise che vivono alla corte di Nabucodonosor.
14 Giuditta rispose:
- Come potrei contrariare il mio signore? Farò senza esitare tutto quel che desidera. E' una grande gioia per me: la ricorderò per tutta la vita.
15 Giuditta si cambiò i vestiti e si adornò di tutti i suoi gioielli. La serva la precedette e distese per terra, di fronte a Oloferne, un manto di pecora. Glielo aveva dato Bagoa perché Giuditta visi potesse adagiare quando prendeva cibo.
16 Giuditta entrò nella tenda e si distese sul tappeto. Al vederla il cuore di Oloferne si mise a battere forte. Egli fu eccitato da un fortissimo desiderio di possederla. Fin da quando l'aveva vista la prima volta aspettava l'occasione di sedurla.
17 Oloferne disse a Giuditta:
- Bevi e divertiti in nostra compagnia!
18 Giuditta rispose:
- Certo, mio signore! Questo è il più bel giorno della mia vita.
19 Ma anche allora, alla presenza di Oloferne, Giuditta mangiò e bevve soltanto quel che le aveva preparato la serva.
20 Oloferne era fuori di sé per la presenza di Giuditta e bevve più vino di quanto non aveva mai bevuto in ogni altro giorno della sua vita.

CAPITOLO 13

GIUDITTA UCCIDE OLOFERNE

1 A tarda notte i servi si affrettarono a uscire. Bagoa chiuse la tenda di Oloferne dall'esterno e fece allontanare gli invitati per mandarli a dormire. Andarono a dormire perché erano tutti stanchi per il vino bevuto.
2 Nella tenda rimase soltanto Giuditta; Oloferne era sdraiato sul letto, pieno di vino fino al collo.
3 Giuditta ordinò alla serva di restare fuori dalla camera da letto e di aspettarla; le disse che sarebbero uscite insieme dall'accampamento come al solito per recarsi a pregare. Aveva detto la stessa cosa anche a Bagoa.
4 Quando tutti ebbero lasciato la tenda di Oloferne e non rimase più nessuno, Giuditta, in piedi vicino al letto di Oloferne, fece in silenzio questa preghiera: «Signore Dio Onnipotente, volgi il tuo sguardo su di me. Aiutami a compiere questa impresa per la gloria di Gerusalemme.
5 E' questa l'ora di salvare il tuo popolo eletto, di realizzare il mio progetto e di distruggere i nemici che ci minacciano».
6 Poi andò verso la sponda del letto dalla parte della testa di Oloferne ed estrasse la sua spada dal fodero.
7 Si fece più vicina, sollevò la testa di Oloferne per i capelli e disse: «Dammi forza in questo momento, Signore, Dio d'Israele!».
8 Poi colpì con la spada il collo di Oloferne due volte con tutta la sua forza e gli tagliò la testa.
9 Fece rotolare il corpo di Oloferne giù dal letto, portò via i drappi dalle colonne e uscì. Consegno la testa di Oloferne alla serva
10 che la pose nella bisaccia dove teneva le provviste. Uscirono insieme come avevano fatto le altre volte per recarsi a pregare. Lasciarono l'accampamento e attraversarono la valle. Poi salirono le pendici del monte di Betulla e arrivarono alle porte della città.

GIUDITTA RITORNA A BETULLA

11 Di lontano Giuditta gridò alle sentinelle che erano di guardia alle porte della città: «Aprite! Aprite la porta! Dio, il nostro Dio, è con noi e continuerà a operare prodigi in Israele e a combattere con la sua forza i nostri nemici come ha fatto oggi!».
12 Appena gli uomini di Betulla sentirono la sua voce, si affrettarono a scendere verso le porte e chiamarono i capi della città.
13 Accorsero tutti gli abitanti, piccoli e grandi. Nessuno poteva credere alla notizia che era tornata Giuditta. Spalancarono le porte per accogliere Giuditta e la sua serva. Accesero un falò per illuminare il luogo e si disposero in cerchio attorno alle due donne.
14 Giuditta gridò: «Lodate Dio, lodatelo! Lodate Dio perché non ha tenuto lontano da Israele la sua misericordia. Questa notte, per mezzo di questo mio braccio, ha distrutto i nostri nemici».
15 Poi tolse la testa dalla bisaccia e la mostrò a tutti dicendo: «Ecco la testa di Oloferne, il comandante dell'esercito assiro! Ed ecco la tenda del letto dov'era sdraiato ubriaco fradicio! Il Signore l'ha colpito proprio per mano di una donna.
16 Il Signore mi ha protetta e così ho realizzato il mio progetto. Giuro nel nome del Signore che ho sedotto Oloferne soltanto con la bellezza del mio volto, che è stato la sua rovina! Egli non ha commesso peccato con me. Non c'è nessuna ombra sul mio onore, nulla di cui debba vergognarmi!».
17 Tutti i presenti furono pieni di stupore e si inchinarono per adorare Dio. Poi gridarono a una sola voce: «Sii benedetto, Dio nostro! Tu oggi hai annientato i nostri nemici!». E tutto il popolo rispose: «Amen! Amen!».
18 Ozia disse a Giuditta:, «Dio, l'Altissimo, ti ha benedetta al di sopra di tutte le donne che sono sulla terra. Sia benedetto Dio, il Signore creatore del cielo e della terra, che ti ha guidata nell'impresa di tagliar la testa al comandante dei nostri nemici!
19 La fiducia in Dio che ti ha animata non sarà mai dimenticata e si racconterà per sempre questa meraviglia compiuta da Dio!
20 Dio ti conceda gloria per tutta la tua vita e ti riempia dei suoi doni! Tu hai seguito fedelmente il nostro Dio, hai rischiato la vita davanti all'oppressione del nostro popolo e ci hai salvati dalla rovina che ci minacciava!».
Giuditta mostra la testa di Oloferne


CAPITOLO 14

PROPOSTE DI GIUDITTA PER LA RISCOSSA

1 Giuditta disse: «Ascoltate le mie proposte, fratelli: prendete la testa di Oloferne e appendetela in cima alle mura della città.
2 Domani mattina all'alba, appena spunterà il sole, ciascuno di voi in grado di combattere prenda le armi, e uscite dalla città. Nominerete uno di voi comandante e fingerete di scendere dal monte per attaccare gli avamposti assiri, ma non scenderete giù fino alla valle.
3 Gli Assiri si armeranno e correranno all'accampamento a svegliare i generali dell'esercito. Andranno di corsa alla tenda di Oloferne, ma non lo troveranno vivo. Allora saranno presi dallo sgomento e alla vostra vista fuggiranno.
4 Voi e gli abitanti di tutto il territorio d'Israele vi lancerete all'inseguimento e li ucciderete mentre sono in fuga.
5 Ma, prima di tutto, mandatemi ora a chiamare Achior, comandante di Ammon. Voglio vedere se riconoscerà Oloferne che ha parlato con tanto disprezzo del popolo d'Israele e lo ha mandato qua come verso il supplizio!».
6 Andarono a chiamare Achior nella casa di Ozia. Quando egli arrivò e vide che un uomo in mezzo alla folla teneva in mano la testa di Oloferne, si gettò a terra e il suo animo fu liberato da un incubo.
7 Alcuni lo sollevarono ed egli andò da Giuditta, si gettò ai suoi piedi e disse: «Sii benedetta in tutte le tende di Giuda! Tutti i popoli restino terrificati ogni volta che sentiranno il tuo nome!
8 Raccontami ora tutto quello che hai fatto in questi giorni». Giuditta raccontò davanti a tutti quello che aveva fatto a partire dal giorno che aveva lasciato la città fino a quel momento.
9 Quando terminò il racconto, tutto il popolo esplose in acclamazioni; l'intera città rimbombava per quelle grida gioiose.
10 Appena sentì tutto quello che aveva fatto il Dio d'Israele, Achior diventò pienamente credente. Si sottopose al rito della circoncisione e diventò membro della comunità d'Israele. I suoi discendenti lo sono ancora ai nostri giorni.

GLI ISRAELITI VINCONO I NEMICI

VITTORIA SUGLI ASSIRI

11 Il giorno dopo, appena spuntò il sole, appesero la testa di Oloferne alle mura di Betulia. Tutti gli uomini in grado di combattere presero le armi e scesero a gruppi, per un tratto, lungo i sentieri della montagna.
12 Quando gli Assiri li videro, mandarono soldati a informare i capi dell'esercito. Furono avvisati i generali, gli ufficiali e tutti i capi.
13 Essi si recarono insieme alla tenda di Oloferne e dissero a Bagoa, l'incaricato di affari del comandante: «Sveglia il nostro comandante. Quella razza di schiavi hanno avuto la sfacciataggine di scendere ad attaccarci. Vogliono farsi sterminare dal primo all'ultimo!».
14 Bagoa entrò nella tenda di Oloferne, batté alla porta della camera interna: infatti pensava che Oloferne fosse a letto con Giuditta.
15 Ma nessuno rispose. Allora aprì la porta ed entrò nella camera da letto; trovò il corpo di Oloferne buttato a terra, senza la testa.
16 Lanciò un grande urlo, poi si mise a far lamenti e gemiti e si strappò i vestiti in segno di disperazione.
17 Poi andò di corsa alla tenda dove alloggiava Giuditta, ma la trovò vuota. Corse in mezzo all'accampamento e gridò:
18 «Quegli schiavi si sono ribellati. Una donna ebrea da sola ha coperto di vergogna la casa reale di Nabucodonosor. Il corpo di Oloferne giace in terra, senza la testa!».
19 Quando sentirono quelle parole i generali dell'esercito assiro, si strapparono i vestiti, terrorizzati. In mezzo all'accampamento risuonarono i loro gemiti e le loro grida.

CAPITOLO 15
1 AI sentirli, i soldati che erano nelle tende rimasero esterrefatti per quanto era accaduto.
2 Si misero a tremare per la paura e fuggirono dall'accampamento, sparsi in tutte le direzioni, lungo i sentieri della pianura e della montagna, senza nemmeno sforzarsi di restare raggruppati.
3 Anche i soldati che avevano preso posizione sui monti intorno a Betulia si diedero alla fuga. Allora tutti gli Israeliti in grado di combattere piombarono sugli Assiri in fuga.
4 Ozia mandò subito messaggeri a Betomestaim, a Bebai, a Coba, a Cola e in tutti i territori d'Israele. Essi informarono gli Israeliti degli avvenimenti e li invitarono a inseguire i nemici e annientarli.
5 Appena furono informati, gli Israeliti accorsero compatti contro i nemici e li inseguirono senza dar loro tregua fino a Coba. Anche gli abitanti di Gerusalemme e di tutta la zona montuosa, appena furono informati di quel che era accaduto nell'accampamento assiro, presero parte all'inseguimento. Gli abitanti di Galaad e della Galilea tagliarono agli Assiri la strada della ritirata e fecero una grande strage. Li inseguirono fino a Damasco e alle regioni vicine.
6 Il resto degli abitanti di Betulia scesero nell'accampamento assiro e lo saccheggiarono. Fecero tanto bottino da diventare molto ricchi.
7 I soldati Israeliti, di ritorno dalla strage, si impadronirono di tutto quel che restava. Anche gli abitanti dei villaggi, delle fattorie della zona montuosa e della pianura fecero un grande bottino; infatti ce n'era una quantità enorme.

FESTA PER LA VITTORIA
8 Il sommo sacerdote Ioakim e il consiglio dei capi degli Israeliti abitanti in Gerusalemme vennero a Betulia per vedere le meraviglie compiute dal Signore per Israele. Volevano vedere Giuditta per congratularsi con lei.
9 Quando arrivarono, tutti la lodarono con cuore unanime e dissero: «Tu sei la gloria di Gerusalemme, il grande orgoglio d'Israele, di te è fiero il nostro popolo.
10 Con il tuo braccio hai fatto tutto questo! Hai fatto un gran bene a Israele e Dio ha gradito la tua impresa. Il Signore Onnipotente ti benedica per sempre!». Tutti aggiunsero: «Te lo auguriamo sinceramente!».
11 Per il popolo d'Israele ci volle un mese intero per portar via tutto il bottino preso nell'accampamento assiro. A Giuditta regalarono la tenda di Oloferne, tutta la sua argenteria, i suoi letti, i servizi da tavola e tutti gli oggetti che gli appartenevano. Giuditta andò a prenderli. Caricò quanto poté sulla sua mula, il resto sui carri: fece un bel carico.
12 Tutte le donne d'Israele vennero a vedere Giuditta per felicitarsi con lei. Alcune di loro cantarono in coro e danzarono in suo onore. Giuditta prese mazzi di tirso e li distribuì alle donne che erano con lei;
13 poi tutte si coronarono il capo con fronde d'ulivo. Giuditta andò in testa al gruppo per guidare le donne nella danza. Tutti gli uomini d'Israele le seguirono armati, portando corone di fiori sulla testa e cantando inni di lode.
14 Allora Giuditta, davanti a tutto il popolo d'Israele, intonò un canto di ringraziamento. Il popolo si unì a voce spiegata e innalzò un canto di lode.

CAPITOLO 16

IL CANTO DI GIUDITTA

1 Giuditta disse:
«Inton ate un canto al mio Dio.
Cantate al Signore al suono
dei cembali e dei tamburelli!
Cantategli un canto di lode;
lodatelo e invocate il suo aiuto!
2 Il Signore è un Dio che distrugge
armi ed eserciti.
Egli mi ha salvata dai miei inseguitori
e mi ha fatta tornare sana e salva
nell'accampamento
in mezzo al mio popolo.
3 L'esercito assiro è venuto
dai monti del nord;
i suoi soldati sono venuti a migliaia,
la loro moltitudine
ha sbarrato i torrenti,
la cavalleria ha coperto le colline.
4 Volevano incendiare le nostre terre,
uccidere con la spada i nostri giovani,
calpestare i bambini piccoli,
far prigionieri i nostri figli,
e portar via le nostre figlie.
5 Ma il Signore Onnipotente
li ha fermati
con il braccio di una donna!
6 Il loro comandante non fu buttato
a terra da giovani,
non fu colpito da enormi titani,
non fu attaccato dai giganti.
E' stata Giuditta, La figlia di Merari,
che l'ha rovinato con la bellezza
del suo volto.
7 Per liberare Israele dall'oppressione
essa si tolse gli abiti da lutto,
mise sul suo volto ricchi profumi,
8 e legò con un nastro i capelli.
Per sedurlo indossò una veste di lino.
9 I suoi sandali incantarono gli occhi
di Oloferne, la sua bellezza lo affascinò.
Con la spada Giuditta gli tagliò
il collo.
10 I Persiani rabbrividirono
per il suo coraggio,
i Medi rimasero atterriti davanti
alla sua audacia.
11 I poveri del nostro popolo lanciarono
il grido di guerra
e gli Assiri furon presi dallo spavento;
i nostri, deboli, urlarono,
ed essi tremarono.
Alle loro grida ci fu lo scompiglio
tra i nemici.
12 Furono trafitti da uomini
che essi credevano buoni a nulla,
furono colpiti a morte come disertori.
I nemici morirono perché il Signore
entrò in battaglia.

13 Canterò al mio Dio un canto nuovo.
Signore, tu sei grande e glorioso,
tremendo per la tua potenza,
invincibile!
14 Tutte le tue creature ti ubbidiscono.
Tu parlasti ed esse furono create,
mandasti il tuo spirito
ed esse furono fatte.
Nessuno può opporsi ai tuoi ordini.
15 Davanti a te i monti saranno
scardinati dalla loro base
e gettati nei mari;
le rocce si sciolgono come cera;
ma tu circondi con il tuo amore
chi ti ama.
16 Per il Signore valgono poco
il profumo dei sacrifici
e la carne grassa bruciata sull'altare.
Per lui conta molto di più
chi gli ubbidisce.
17 Siano maledette le nazioni
che attaccano il nostro popolo!
Il Signore Onnipotente
si vendicherà di loro nel giorno del giudizio.
Manderà su di loro fuoco e vermi
e così piangeranno per sempre
dal dolore».

FESTEGGIAMENTI A GERUSALEMME

18 Quando il corteo degli Israeliti arrivò a Gerusalemme, tutti adorarono Dio. Dopo aver compiuto un rito di purificazione, offrirono sacrifici completi, presentarono offerte spontanee e doni al Signore.
19 Giuditta dedicò a Dio tutti gli oggetti di Oloferne che il popolo le aveva regalato. I drappi portati via dal letto di Oloferne, Giuditta li offrì al Signore come parte del bottino riservata a lui.
20 Tutti restarono a Gerusalemme tre mesi per far festa davanti al tempio. Anche Giuditta rimase là con tutto il popolo.

GLI ULTIMI ANNI DI GIUDITTA

21 Passati quei giorni ciascuno tornò a casa, nelle terre che aveva ricevute in possesso. Giuditta tornò a Betulia e continuò a vivere in mezzo alle sue proprietà. Per il resto della sua vita rimase famosa in tutta la regione.
22 Molti uomini desiderarono averla in moglie, ma essa, dopo la morte e la sepoltura di suo marito Manasse, non volle più sposarsi.
23-24 Giuditta diventò molto anziana. Visse nella casa di suo marito fino all'età di centocinque anni. Morì a Betulia. Prima di morire lasciò libera la serva e divise i propri beni tra i suoi parenti e quelli di suo marito Manasse. Fu sepolta accanto a lui, nella stessa tomba. Alla morte di Giuditta gli Israeliti fecero lutto per una settimana.
25 Finché visse Giuditta, e ancora per molti anni dopo la sua morte, nessuno osò più minacciare il popolo d'Israele.
Web Trapanese eXTReMe Tracker